ALAIN JOCARD/AFP
Vincent Bolloré, qui all'Assemblea nazionale a Parigi, il 13 marzo 2024.
MEDIA – Si tratta di una presa di potere lungi dall'essere passata inosservata nel mondo della stampa. Una delle più antiche scuole di giornalismo del mondo, che del resto non rilascia un diploma riconosciuto dalla professione, l'École supérieure de journalism (ESJ) di Parigi, è stata rilevata da grandi fortune, lo abbiamo appreso venerdì 15 novembre. presso l'istituzione. Un'operazione che è stata effettuata a beneficio degli investitori proprietari dei media e spesso allineati con idee conservatrici, come Dassault e Bolloré per esempio.
Tra i “Le imprese francesi che hanno accettato di partecipare al rafforzamento dell’ESJ”si legge nel comunicato stampa che annuncia la «ripresa» dello stabilimento, troviamo in particolare Koodenvoi (Habert Dassault finanzia, il gruppo Dassault possiede Le Figaro), La Compagnie de l'Odet (che supervisiona il capitale del gruppo Bolloré, che comprende Canal+ e Prisma Médias) e CMA Media, di proprietà di Rodolphe Saadé (La Provence, BFMTV, RMC…).
Miliardari già padroni dei media privati »
Tra gli acquirenti figurano anche La Financière Agache (di Bernard Arnault, proprietario anche di Le Parisien e les Échos) e Bayard presse (La Croix, Phosphore). La presidenza del locale è affidata anche a Vianney d'Alançon (presente tra i compratori tramite la sua struttura, la Financière de La Lance), imprenditore cattolico dietro Rocher Mistral, una sorta di Puy du Fou provenzale.
Grazie a questa operazione la scuola non riconosciuta afferma di volere “rafforzare la propria posizione di riferimento nel campo della formazione giornalistica, in particolare in quella economica”.
Ma al di là del progetto in sé, ciò che più preoccupa è l’identità degli acquirenti. Diversi giornalisti, infatti, hanno subito denunciato il rilevamento di X, a cominciare da Edwy Plenel. “Già padroni dei media privati, i nostri oligarchi si stanno impossessando della più antica scuola di giornalismo, l’ESJ Paris. Nel gruppo, Bernard Arnault, Vincent Bolloré, Rodolphe Saadé, i Dassault…”scrive il cofondatore di Mediapart.
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“Rende soldati del giornalismo di casta”
Vincent Bolloré, che negli ultimi anni ha accumulato acquisizioni di testate giornalistiche, è particolarmente noto per essersi intromesso talvolta nel lavoro dei giornalisti e negli organigrammi delle redazioni. Come quando sostenne l'arrivo di Geoffroy Lejeune, che veniva da Valori attualia capo di Giornale della domenicanonostante un'enorme imbracatura interna. O quando Partita di Parigi aveva pubblicato in prima pagina per il numero di Natale 2023 la foto di un presepe, cosa che fece tossire molti giornalisti al titolo.
Anche alcuni funzionari eletti si sono fatti avanti di fronte a questo sconvolgimento all'interno della scuola di giornalismo parigina. “La democrazia non si limita al voto. Dipende anche dalla libera informazione che apre la possibilità di scelte informate”ad esempio, ha scritto su X il primo segretario del Partito socialista Olivier Faure. La deputata della LFI Sophia Chikirou ha sottolineato a “rende i soldati del giornalismo di casta”.
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L'ESJ non è una delle 14 scuole riconosciute dalla professione, a differenza dell'ESJ di Lille, istituzione prestigiosa con la quale non ha alcun legame. Creata nel 1899, la scuola parigina è tuttavia orgogliosa di aver visto “passando insegnanti prestigiosi come Anatole France, Charles Péguy, Maurice Ravel, Raymond Poincaré, Maurice Schumann o anche Gaston Doumergue, ex presidente della Repubblica”. È anche orgogliosa di esserlo “la prima scuola di giornalismo al mondo aperta a donne e studenti stranieri”.
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