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Il Raggruppamento Nazionale non ha apprezzato la severità delle condanne chieste mercoledì 13 novembre dal pubblico ministero presso il Tribunale penale di Parigi. Tuttavia, è solo il riflesso di un caso schiacciante per il tre volte candidato alla presidenza e per gli altri imputati.
Chiunque conosca il caso e abbia seguito con attenzione i dibattiti davanti all'undicesima sezione del tribunale penale di Parigi dall'apertura del processo contro i fittizi assistenti della RN il 30 settembre, non può essere sorpreso dalla gravità delle requisizioni avanzate l'accusa mercoledì 13 novembre contro Marine Le Pen e i suoi coimputati. Tutti sono minacciati, a seconda del loro livello di coinvolgimento nel presunto sistema di appropriazione indebita di fondi pubblici, organizzato dal partito di estrema destra da dodici anni e tre mandati europei, di sanzioni che, se fossero seguite (o aggravate?) primavera dal tribunale, per alcuni metterebbe fine alla loro carriera. È il caso, ad esempio, di Louis Aliot, attuale sindaco di Perpignan, contro il quale l'accusa ha chiesto diciotto mesi di reclusione, di cui dodici con sospensione condizionale, una multa di 30.000 euro e tre anni di ineleggibilità con esecuzione provvisoria e che dovrebbe quindi rinunciare alla presidenza del consiglio.
Gli altri rischiano tra dieci mesi di carcere, 10mila euro di multa e un anno di ineleggibilità.