“The Kingdom”: un thriller necessariamente duro

“The Kingdom”: un thriller necessariamente duro
“The Kingdom”: un thriller necessariamente duro
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lil suono delle cicale sotto un sole cocente. Corsica. Una telecamera dai movimenti fluidi segue i cacciatori di ritorno dalla caccia. Uno di loro è infatti… un cacciatore che, davanti ai nostri occhi, sventra un cinghiale appeso per i piedi. Con le mani insanguinate, la giovane, erede di una lunga tradizione isolana, opera con un gesto preciso, senza battere ciglio, come un rituale.

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Primo lungometraggio del regista corso Julien Colonna, 42 anni, Il Regno ci ha aperto le sue porte da appena due minuti e noi ne siamo già immersi, affascinati, conquistati. Scopriamo poco dopo che il padre del nostro esperto cacciatore è un padrino in fuga.

Perennemente minacciato di essere abbattuto da spietati rivali, Pierre-Paul (Saveriu Santucci) si nasconde con i suoi complici, tra ville segrete e accampamenti selvaggi nella macchia mediterranea. Per proteggerla meglio, porta con sé in fuga la figlia Lesia (Ghjuvanna Benedetti), che deve piangere urgentemente la sua disattenzione.

Un thriller realistico e una favola sul destino

Benvenuti nella Corsica della metà degli anni '90, dove ancora infuriavano le guerre tra clan, da Ajaccio a Bastia. A metà tra un film di gangster e una tragedia filiale, Il Regno è un thriller affilato come una lama di Vendetta. Trasuda tensione, paura ma soprattutto autenticità. Julien Colonna lo ha girato in trentasette giorni, per un budget inferiore a 4 milioni di euro (con il sostegno di StudioCanal), a 5 chilometri dalla sua casa a Valinco.

Praticamente nessuno degli attori del Regno è professionale, e i due protagonisti, l'incredibile Saveriu Santucci e la giovane Ghjuvanna Benedetti, sono stati scovati dopo un casting selvaggio durato otto mesi, ai quattro angoli della Corsica. Nella vita lui guida alpina, lei studentessa infermiera e pompiere volontario. La loro naturalezza è sorprendente quanto la loro professionalità: Santucci, reclutato successivamente, ha avuto solo tre mesi per trasformarsi in una stella di punta.

LEGGI ANCHE A 90 anni, “Geronimo”, il detenuto più anziano di Francia, saluta la CorsicaNato in Corsica-du-Sud, figlio e nipote di un bandito, scriveva Julien Colonna Il Regno (con Jeanne Herry) come arma a doppia canna: la prima per il thriller realistico, la seconda per la favola sulla fatalità. “Con Jeanne abbiamo fatto di tutto per prosciugare il più possibile l'intrigo politico-mafioso per far emergere un film sulle tragiche conseguenze delle scelte di vita di questi uomini sui loro cari, su coloro che restano”, spiega A Punto il regista. Volevamo ritrarre questi gangster come fantasmi che sono già morti ma non lo sanno ancora. Come penitenti della propria vita, rintanati come bestie feroci… Volevamo anche mostrare ai giovani che fantasticano su questa vita che è soprattutto un cammino lastricato di dramma e solitudine. »

Rabbia fredda

Anche lui padre, Colonna riconosce che uno dei monologhi cruciali della storia, una toccante confessione di Pierre-Paul a Lesia sul peso di un'esistenza piena di morte e vendetta, è intriso della storia della sua famiglia. Suo padre, Jean-Jérôme Colonna, membro della comunità corsa morto in un incidente stradale nel 2006, vide il suo stesso padre mafioso, Jacques Colonna, ucciso davanti ai suoi occhi il 18 luglio 1955 ad Ajaccio.

Nel 2002, “Jean-Jé” ha parlato al mensile Corsica sulla sua paziente vendetta contro gli assassini di Jacques. “È una storia così folle e tragica che l'ho necessariamente trasposta un po' in questa finzione, ma non l'avrei mai fatto se mio padre non ne avesse parlato pubblicamente”, conclude Julien, che ha aspettato molto tempo prima di poter allestire il suo Regno. Sentirlo dire che era ora.LEGGI ANCHE “Borgo” rinnova felicemente il thriller carcerario

Nonostante la sua voce sommessa, si avverte una fredda rabbia nell'artista quando evoca questi anni di film e serie girate in Corsica da continenti e attori che imitano l'accento corso: nei suoi occhi, che alza al cielo quando citiamo l'esempio di Mafiosa (la telenovela di Canal+ girata sull'isola tra il 2006 e il 2014), “questa appropriazione culturale ha causato un danno alla Corsica e non mi sono mai riconosciuto in queste produzioni. Ecco perché autori come Thierry de Peretti, Frédéric Farrucci [réalisateurs respectifs du récent À son image et du Mohican, prévu en salle le 12 février, NDLR]e volevo riappropriarmi della narrativa corsa, troppo spesso abusata da persone che hanno a che fare con una cultura di cui non hanno assolutamente alcuna conoscenza.. Ampio dibattito…


Da scoprire


Canguro del giorno

Risposta

mentre negli Stati Uniti e ai festival Il Regno è acclamato dalla critica, Colonna sta preparando la sua prossima battaglia: una coproduzione internazionale ad alto budget, girata in inglese in diversi paesi. Non abbastanza per preoccupare chi ha già diretto Hugh Jackman – sette anni fa, in uno spot di Mastercard girato tra New York e l'Africa. Ma una certezza: “Tornerò a girare in Corsica, ho ancora tante storie da raccontare lì. »

“Il Regno”di Julien Colonna. Con Ghjuanna Benedetti, Saveriu Santucci… Nelle sale il 13 novembre.

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