«Taglio di 22 milioni nella nuova legge di bilancio». A rischio i fondi per il sociale

«Taglio di 22 milioni nella nuova legge di bilancio». A rischio i fondi per il sociale
«Taglio di 22 milioni nella nuova legge di bilancio». A rischio i fondi per il sociale
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Nella legge di bilancio in corso di approvazione sono presenti «22 milioni di tagli di spesa corrente». La denuncia arriva direttamente da Roberto Gualtieri durante il suo intervento alla sesta assemblea di Legacoop. Tagli, ha aggiunto il sindaco, che arrivano dopo quelli dell’anno scorso («23 milioni») e che vanno a ridurre le risorse di Roma, definita «il comune più colpito dal bilancio, Roma che dovrebbe avere anzi 130 milioni di perequazione». Il riferimento è al sistema di assegnazione delle risorse agli enti locali previsto dal federalismo fiscale. Sulla base del quale «più di metà dei comuni italiani dovrebbero “avere” – ha aggiunto ancora Gualtieri – l’altra metà dovrebbe “dare”. Il 90 per cento dei comuni del Lazio devono avere». A detta di Gualtieri, questi tagli arrivano peraltro in «una manovra espansiva, aumenta il deficit, per cui non vale nemmeno dire “dovevamo fare i tagli”».

IL COMMENTO
Secondo il sindaco, a pagarne le spese rischiano di essere le politiche sociali del Campidoglio. Parlando con le cooperative che chiedevano un aumento delle tariffe, Gualtieri ha risposto che allo stato dell’arte gli Oepac (i servizio di autonomia e inclusione degli alunni con disabilità) «noi li dobbiamo pagare sulla cassa comune». La legge di bilancio in ogni caso è ancora in discussione, dato che sarà approvata intorno a Natale. Per questo «ora vediamo gli emendamenti come usciranno, perché non possiamo reggere se ogni anno ci tolgono 30 milioni». Proprio sul fronte degli emendamenti, ieri è arrivato anche un aggiornamento sul capitolo metro C, dopo la notizia dei tagli al progetto che di fatto cancellerebbero le fermate Auditorium (in zona Flaminio) e Farnesina.

LO MODIFICA
Per evitare tutto ciò, Forza Italia ha presentato un correttivo alla finanziaria «che ripristina i fondi per il prolungamento della linea metro C di Roma fino alla Farnesina, azzerando il taglio di 25 milioni per il 2025 e di 50 milioni per ciascuno degli anni 2026 e 2027. Siamo consapevoli che il taglio della spesa previsto per tutti i ministeri dalla legge di bilancio è di fondamentale importanza per risanare i conti pubblici, allo stesso tempo però riteniamo che non si possa intervenire su un’opera strategica per la città di Roma come la Metro C». Così in una nota i capigruppo azzurri, Paolo Barelli (Camera) e Maurizio Gasparri (Senato).

Sempre ieri, la leghista Simonetta Matone ha presentato un altro emendamento che prevede uno stanziamento di 25 milioni di euro per il 2025 e di 50 milioni di euro per ciascun anno dal 2026 al 2032. Un primo passo per salvare l’opera che altrimenti dovrebbe avere come capolinea Clodio, nel quartiere Prati, aumentando i lavori in un’area già congestionata e facendo salire i costi di 50 milioni di euro. Senza una copertura totale dei costi, infatti, il progetto non potrebbe partire. Per salvare il collegamento, il deputato dem Andrea Casu aveva annunciato negli scorsi giorni quattro emendamenti alla finanziaria insieme al collega Roberto Morassut.

LE ALTRE POSTE
Ma gli eventuali tagli e il nodo “metro C” non sono gli unici fronti aperti rispetto alla legge di bilancio in discussione in Parlamento. In questa fase, secondo quanto filtrato, sono in corso delle interlocuzioni informali con la cabina di regia del Giubileo per garantire alla Capitale una deroga al blocco del turnover al 75 per cento. In sostanza, nella finanziaria si prevede una riduzione agli ingressi nei Comuni: ogni mille uscite, saranno possibili “solo” 750 nuove assunzioni. Il calcolo in realtà va fatto sull’ammontare dei soldi spesi e non sul numero di persone, ma grossomodo il risultato rischia di essere il medesimo. Così facendo, però, salterebbe di certo la possibilità per Roma di assumere le 3mila persone richieste in vista del Giubileo, tra vigili, personale amministrativo ed educativo. Da qui a dicembre, dunque, sul fronte della manovra si continueranno a giocare tante partite incrociate: al centro rimangono i fondi per la Capitale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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