Grandi e piccini si sono riuniti per la commemorazione dell’armistizio della guerra del 1914-1918 ma anche di tutti i combattenti morti per la Francia, questo lunedì 11 novembre 2024, ai memoriali della Place du Souvenir, a Pontivy.
Tra i giovani vigili del fuoco ha contribuito alla cerimonia Joa Le Mestre. “Ci prepariamo per l’alzabandiera ogni sabato mattina”, spiega l’adolescente di 16 anni, che ha iniziato l’anno scorso al centro di soccorso di Pontivy. “Ognuno ha un ruolo, anche nella deposizione delle corone”. Il tutto sotto il controllo di Robert Boterel, responsabile delle cerimonie.
“È importante celebrare l’armistizio”
Altri studenti delle scuole medie e superiori si mescolarono tra le fila degli alfieri, tra cui il fedele capo di Saint-Thuriau Marcel Le Sauce. «È importante celebrare l’armistizio, dedicare almeno un giorno a coloro che sono morti per la Francia anche in altre guerre», sottolinea Louna Samson, del liceo Joseph-Loth.
Questi giovani hanno ascoltato il discorso del presidente dell’Unione locale dei combattenti di Pontivy-Saint-Thuriau. “L’11 novembre è l’anniversario dell’armistizio del 1918 e la commemorazione della vittoria e della pace”, ha ricordato Marc Kerrien. “Rende omaggio a tutti coloro che sono morti per la Francia, civili e soldati. L’11 novembre 1944, le truppe alleate e francesi erano alle porte della Mosella e dell’Alsazia, provincia annessa al Terzo Reich nel 1940. Non dimentichiamo le sofferenze della loro popolazione e dei 130 costretti nostro malgrado a combattere sotto il nemico. uniforme! »
“È una delusione”
L’intervento del sottoprefetto ci ha ricordato la fragilità della pace. “In un momento in cui la tragedia della guerra ritorna in Europa, quando alcune potenze mettono in discussione i fondamenti del diritto internazionale, quelle del 1914 ci sussurrano di continuare a difendere la pace”, ha sottolineato Claire Liétard. “Non dimentichiamo i soldati impegnati nelle operazioni esterne e in particolare quelli libanesi che dal 1978 difendono la pace! Questi combattenti somigliano come fratelli a quei Poilus del 1914. Non siamo solo le guardie dei morti, siamo prima di tutto le sentinelle dei vivi.
Louna Samson deplora questo contesto. “È una delusione, ci rendiamo conto che anche se avevamo detto che avremmo imparato dagli errori del passato, si ricomincia”, ha detto il liceale 17enne, ex consigliere comunale della gioventù di Saint-Thuriau. “Le persone devono prendere coscienza”. Il dovere della memoria acquista tutto il suo significato davanti a questi giovani.
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