L’Algeria ha decretato lo sblocco commerciale totale con la Spagna dopo quasi 900 giorni di ritorsioni economiche contro Madrid, in seguito alla decisione del governo di Pedro Sánchez di riconoscere il piano di autonomia del Marocco per il Sahara Occidentale come unica opzione per risolvere il conflitto. La misura di sblocco, indica la piattaforma informativa spagnola Atalayarlo ha annunciato la Banca d’Algeria in un comunicato stampa indirizzato alle banche algerine.
«Nel giugno 2022, l’Associazione delle banche e degli istituti finanziari dell’Algeria (ABEF) ha chiesto il congelamento delle domiciliazioni delle operazioni di commercio estero di prodotti e servizi originari e destinati alla Spagna», ricorda il sito d’informazione.
Prima di questa revoca delle sanzioni commerciali, che colpisce tutti i settori ma solo per quanto riguarda le esportazioni verso l’Algeria, erano state concesse licenze per l’importazione di carne, prodotti avicoli e cemento, prodotti molto importanti per l’Algeria.
Questa fine del blocco commerciale contro la Spagna arriva in un momento in cui l’Algeria ha imposto la chiusura del suo mercato ai prodotti provenienti dalla Francia, in particolare dopo che il presidente francese Emmanuel Macron ha riaffermato il sostegno della Francia alla marocchinità del Sahara e alla proposta di autonomia. “Una posizione resa evidente durante la visita di Stato del leader francese a Rabat su invito del re Mohammed VI», bis acceso.
Il provvedimento nei confronti della Spagna vuole essere un mezzo per controbilanciare una reazione che potrebbe assestare un duro colpo economico alle casse dell’Algeria. “Si può parlare di miliardi di euro in totale, trattandosi di una chiusura commerciale totale praticamente in tutti i settori», scritto Atalayar.
Il volume degli scambi tra i due paesi è dell’ordine di 12 miliardi di dirham, due terzi dei quali sono costituiti dalle esportazioni di idrocarburi algerini. Basti dire che è l’Algeria ad avere molto da perdere, soprattutto perché il suo mercato e le sue imprese dipendono fortemente dalle catene di approvvigionamento, dai prodotti e da altri input francesi.