DAnnunci fuorvianti su Facebook che pretendono di provenire dal team elettorale della democratica Kamala Harris e promuovono misure controverse che non sono nella piattaforma del candidato, mostrati agli elettori repubblicani per incoraggiarli a votare contro di lei: il modus operandi ricorda in gran parte quello implementato durante la campagna elettorale del 2016 Campagna statunitense dell'Internet Research Agency (IRA), il gruppo di disinformazione russo che ha tentato di disturbare le elezioni presidenziali.
Ma questa volta gli annunci non provengono da un ufficio di San Pietroburgo pagato dai servizi segreti russi. Sono stati acquistati dal Republican Political Action Committee (PAC), Building America's Future, finanziato per diversi milioni di dollari da Elon Musk. Con oltre 300.000 dollari spesi in una settimana, questa campagna ha già investito tre volte più soldi di tutti gli annunci Facebook dell'IRA nel 2016. E questo senza contare i messaggi SMS con contenuti simili inviati agli elettori repubblicani negli stati chiave per le elezioni, con un numero imprecisato dei destinatari e dei costi.
Questi annunci mirati fuorvianti sono solo la punta dell'iceberg. Un altro PAC finanziato da Musk, Future Coalition PAC, ha anche acquistato diverse centinaia di migliaia di dollari di annunci particolarmente cinici su Snapchat, Google, Instagram e Facebook. Negli stati indecisi della Pennsylvania e del Michigan, il gruppo ha mostrato agli elettori due diversi video: il primo, che prendeva di mira quartieri e città con una grande popolazione musulmana, presentava Harris come un convinto sostenitore di Israele. Altrove in questi stati, le pubblicità insistevano invece sul fatto che il democratico stava “assecondando la Palestina”.
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Echi di Cambridge Analytica
Musk difficilmente ha inventato annunci elettorali ingannevoli e campagne aggressive. In effetti, sono ormai da decenni una caratteristica classica della politica americana. Né Musk è il primo o l’unico miliardario a mettere la sua fortuna al servizio di un partito. Individui ricchi, come i fratelli ultraconservatori Koch, sono stati in grado di trarre vantaggio dal sistema PAC per versare centinaia di milioni di dollari nei think tank e nei candidati negli ultimi 20 anni, in modo altamente opaco. All’altra estremità dello spettro politico, miliardari progressisti come Reed Hastings (Netflix), Bill Gates (Microsoft) e Dustin Moskovitz (ex Facebook) hanno donato milioni di dollari a un PAC che finanzia la campagna Harris. La sua campagna ha inoltre superato di gran lunga quella di Trump in termini di spesa pubblicitaria.
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