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La partita di Dybala contro l’Inter da quasi terzino è stata sicuramente apprezzabile per impegno e sacrificio, ma vederlo in avanti libero di creare è un’altra cosa. Ieri contro il Torino Paulo è tornato nel suo habitat naturale, anzi ancora più avanti rispetto al solito. L’assenza di Dovbyk (febbre per lui) ha costretto Juric a doverlo schierare come falso nueve. Un ruolo che ha già ricoperto alla Juventus e che anche Daniele De Rossi avrebbe voluto ritagliargli. Ma di tempo non ne ha avuto. Quindi, ora se lo gode Juric che salva la panchina almeno fino a domenica dove tornerà a Verona. La stagione di Paulo è partita con tanti bassi e pochi alti. Un qualcosa di insolito per uno come lui. Prima la quasi partenza verso l’Arabia, poi i soliti problemini fisici. Nelle prime gare aveva realizzato un solo gol (su calcio di rigore) e messo a referto zero assist. Ieri ha finalmente ritrovato il gol su azione in campionato che mancava dal 26 febbraio, proprio contro i granata. In quel caso era servita una tripletta. Ieri è bastata una gemma da posizione defilata. Uno di quei gol he solo un giocatore come lui può fare, da numero 10. Un po’ come la scelta di rinunciare ai tanti soldi dell’Al-Qadsiah questa estate. È diventato il terzo miglior marcatore argentino della storia della Serie A.
Ha raggiunto Higuain a 125 e ora punta Crespo (153) e Batistuta (184). Non sono vicini e non sa cosa potrà riservargli il futuro. Intanto si avvicina il rinnovo automatico fino al 2026. Ieri settimana presenza da almeno 45’ minuti ed è quindi arrivato al giro di boa. A 15 scatterà e il suo stipendio arriverà a 9 milioni bonus compresi. Oltre alla rete (decima al Torino) a molti è piaciuto l’atteggiamento da leader del numero 21. Esultanza sfrenata dopo il gol e a fine partita è andato ad abbracciare tutti i compagni. Poi è andato con tutta la squadra sotto la Curva Sud. Pochi appalusi e tanti fischi, ma le vittorie possono riportare entusiasmo. Paulo non si tira indietro: «Dovevamo dare un messaggio dopo Firenze. Nel calcio si vince e si perde, ma dobbiamo dare tutto». Dopo la batosta del Franchi ci aveva messo la faccia nel confronto con un gruppetto di ultras a Termini. Inizialmente era salito sul pullman, poi ha deciso di scendere insieme a Paredes e Cristante.
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