Pubblicato il 1 novembre 2024 alle 8:00aggiornato il 1 novembre 2024 alle 8:52
Facebook Twitter E-mail Copia collegamento
Inviare
Accesso gratuito
Considerando la possibilità di far pagare i turisti che visitano Notre-Dame de Paris, il ministro della Cultura viola i principi secolari e mostra una profonda ignoranza della legge del 1905.
Questo articolo è una rubrica, scritta da un autore esterno al giornale e il cui punto di vista non impegna la redazione.
Alleluia! I turisti che portano a debita distanza l'incensiere dei “valori” della laicità nello spazio pubblico hanno trovato il suo valore di mercato: in affitto annuo vale 75 milioni di euro, la somma di quanto un anno di visitatori a Notre-Dame de Parigi se fossero tassati 5 euro. Se per il buon re Enrico IV Parigi valeva una messa, per la ministra della Cultura Rachida Dati il bilancio dello Stato vale ben una genuflessione a Notre-Dame della mercificazione del mondo. Con la sua idea che “Fare pagare l’ingresso a Notre-Dame salverebbe tutte le chiese di Francia”i principi del primo titolo della legge del 1905, che stabilisce la separazione tra Chiesa e Stato, compresa la garanzia del libero esercizio della religione, si fermano al valore della laicità stimato da Rachida Dati. Ha fissato il prezzo: il fatturato 2023 dello Stade de France.
Leggi anche
Ricapitolare Proposta di Dati, no della diocesi, critiche del municipio di Parigi… L'ingresso a pagamento a Notre-Dame fa discutere
Accesso gratuito
Leggi più tardi
Una cosa è certa: l'attuazione della brillante idea di Dati richiederebbe dunque una revisione della legge del 1905. Con un'economia di parole (trentatré), quest'ultima stabilisce i principi di separazione dalla Chiesa e dallo Stato nella sua primi due articoli. I quarantadue che seguono specificano le modalità di applicazione di tali principi, compreso l'articolo 17, che recita: “La visita agli edifici e l'esposizione dei beni mobili classificati saranno pubbliche; non daranno luogo ad alcuna tassa o tassa. » Questa modalità di attuazione risulta dal principio del libero esercizio della religione.
In nessun articolo della legge si parla di “valori della Repubblica”. Perché sono soggettivi e variano in base alla domanda e all’offerta della società, proprio come i valori delle azioni fluttuano sui mercati. Oggi i valori della laicità sono oggetto di una bolla speculativa di civiltà. L’estrema destra e i suoi intermediari d’identità di ogni tipo stanno cercando di vendere prodotti derivati secolari tossici con tutte le loro forze.
Profonda mancanza di cultura
Questa proposta, adornata di buon senso, ha ottenuto il consenso di Stéphane Bern che, nel 2017, ha avanzato la stessa proposta per tutte le cattedrali quando è stato incaricato dal Presidente della Repubblica di inventariare il patrimonio da proteggere della Francia. Si è basato sugli esempi dei nostri vicini europei… dimenticando la specificità del nostro paese e la sua legge del 1905. La sua idea alla fine non è stata seguita. La necessità di bilancio diventa legge, eccola ritornare sette anni dopo.
In un momento in cui la sua prognosi vitale è in pericolo, il governo ha bisogno di un dibattito sulla legge del 1905, e quindi sulla laicità? A meno che non sia questo l'obiettivo perseguito da Rachida Dati: aprire un fronte sulla laicità con Bruno Retailleau e Raggruppamento Nazionale in agguato che approfitteranno del dibattito parlamentare per presentare emendamenti sul controllo delle moschee: in gioco c'è la sopravvivenza del governo. prezzo di un piatto di lenticchie (con salsiccia di maiale) che mina le fondamenta del nostro laicismo.
Leggi anche
Tribuna Governo Barnier: “Con queste nomine la religione cristiana appare in prima linea per le ragioni sbagliate”
Accesso gratuito
Leggi più tardi
Nell’attuale contesto di bilancio, la dichiarazione del Ministro della Cultura è una buona mossa politica: saranno infatti i turisti stranieri a colmare parte del deficit di bilancio francese dovuto alla gestione del suo immenso patrimonio religioso, di cui lo Stato è stato ne è proprietaria dal 1905. Insomma, Rachida Dati è un successo politico: rilancia in sordina il dibattito sulla laicità, mostra la sua creatività in materia di bilancio e lancia uno sguardo al presidente Macron.
Ma soprattutto rivela la sua profonda mancanza di cultura, la sua profonda incomprensione delle sorgenti che sorreggono la nostra storia nazionale e, tra queste, del pellegrinaggio, che fin dall'alto Medioevo è stato vettore di mescolanza spirituale dei popoli. La storia del nostro Paese è fatta di questi scambi: l’accoglienza dei visitatori provenienti da tutto il mondo, entrando dalla porta nord ed uscendo dalla porta sud dell’edificio ha mantenuto questo spirito, anche dissacrato, di apertura verso gli altri. Rachida Dati è molto al passo con i tempi: l'apertura della cattedrale ai mercanti del tempio è lo spirito di ritiro nell'identità.
BIO ESPRESSO:
Christophe Courtin è stato direttore dei programmi del CCFD ed è membro della rivista cattolica “Golias”