TRIBUNA – Alla vigilia della commemorazione dei defunti, il 2 novembre, la Chiesa deve riflettere su come coinvolgere meglio tutti i fedeli nel cammino della Chiesa affinché tutti possano contribuire maggiormente alla sua vitalità missionaria.
La festa di Tutti i Santi, giorno precedente la commemorazione dei defunti il 2 novembre, giorno di contemplazione e di speranza per tante famiglie in lutto, è la celebrazione gioiosa di tutti i santi, conosciuti e meno conosciuti, ma anche della vocazione di tutti i fedeli alla santità, riaffermata quasi sessant'anni fa dal Concilio Vaticano II. Questo ” vocazione universale alla santità “, è la chiamata rivolta a ciascun cristiano a vivere pienamente il proprio battesimo, attraverso la preghiera, il servizio, l'impegno nella Chiesa e la testimonianza missionaria nelle parole e nei fatti.
Il sinodo che si è appena concluso a Roma, che ha riunito per un mese attorno al Papa trecentocinquanta vescovi e delegati da tutto il mondo, non aveva altro scopo: si trattava infatti di riflettere su come coinvolgere meglio tutti i fedeli nel progresso della Chiesa affinché tutti possano contribuire maggiormente alla sua vitalità missionaria. La testimonianza delle Chiese più dinamiche, e talvolta anche più provate, come le Chiese d'Africa, è stata particolarmente stimolante nel risvegliare lo slancio evangelizzatore di tutti.
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