Il presidente russo accoglierà da martedì una quarantina di leader stranieri, alleati o partner, per il vertice annuale dei Brics. Con questa alleanza di paesi emergenti, il Cremlino vuole competere con “l’egemonia” occidentale.
Pubblicato il 22/10/2024 11:37
Aggiornato il 22/10/2024 11:38
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Parte del mondo si incontra a Kazan. Da martedì 22 ottobre la Russia ospita il vertice dei Brics, per Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa. Ai cinque fondatori di questa organizzazione internazionale si sono poi aggiunti soprattutto l’Iran e l’Egitto. Tra i paesi candidati all’ingresso nel circolo ancora informale dei Brics e i paesi invitati e osservatori a Kazan, durante i tre giorni di scambi e trattative dovrebbero essere rappresentati una quarantina di paesi.
Un’assemblea chiaramente fatta su misura per Vladimir Putin. Il mondo (che ancora gli parla) viene a lui e lui sarà il maestro delle cerimonie. Al Cremlino non esitiamo a parlare del più grande evento internazionale mai organizzato nel Paese. Probabilmente è un po’ ipervenduto, ma il poster è comunque fantastico. Vladimir Putin tra 40 leader internazionali, tra cui una ventina di capi di Stato, tra cui il cinese Xi Jinping, l’indiano Narendra Modi, il turco Recep Tayyip Erdogan e l’iraniano Masoud Pezeschian. Nella foto mancherà solo il brasiliano Lula, frenato da un problema di salute.
Insieme, rappresentano un ampio terzo del PIL globale e meno della metà della popolazione del pianeta. Organizzando questo vertice, la Russia vuole mostrare al mondo – soprattutto all’Occidente – che gran parte del pianeta lo considera ancora accettabile. Al di là delle considerazioni geografiche, Kazan sarà il vertice di leader che hanno in comune il loro odio per gli Stati Uniti, l’Occidente, e la loro sfiducia, per usare un eufemismo, verso la democrazia.
Al di là della foto di questo vertice, la questione è se questo club informale potrà diventare un’organizzazione internazionale strutturata, capace di prendere decisioni comuni e quindi di influenzare il G7, il G20 e altre organizzazioni. Mosca vorrebbe anche che i BRICS istituissero un proprio sistema di pagamento interstatale, per aggirare il sistema Swift da cui la Russia è stata esclusa dopo l’invasione dell’Ucraina. Il Cremlino sogna anche una moneta unica che si liberi dal dollaro.
E poi spingerà per una dichiarazione finale, venerdì, che affermi forti posizioni comuni, ad esempio sulla crisi in Medio Oriente, dove la maggior parte dei paesi Brics sono dalla parte dei palestinesi e quindi contrari agli Stati Uniti. . Non è però sicuro che tutti gli Stati invitati seguiranno la Russia fino in fondo. Ma il fatto di aver accettato l’invito e di posare per la foto accanto a Vladimir Putin nell’ottobre 2024 è già di per sé un atto politico e diplomatico forte su cui il Cremlino intende capitalizzare.