“Hai commesso un genocidio contro il nostro popolo. Ridateci la nostra terra. Ridateci ciò che ci avete rubato: le nostre ossa, i nostri teschi, i nostri bambini, la nostra gente. Hai distrutto la nostra terra, dacci un trattato. Vogliamo un trattato, vogliamo un trattato con questo paese. Questa non è la tua terra. Questa non è la tua terra. Non sei il mio re, non sei il nostro re. Al diavolo le colonie”.
È con queste parole che la senatrice australiana filorepubblicana Lidia Thorpe, di origine aborigena, ha descritto come a “fervente difensore dei diritti degli indigeni” dal quotidiano progressista britannico Il Guardiano, ha interrogato il 21 ottobre il re Carlo III, ancora formalmente capo di stato di questa ex colonia britannica.
Pochi minuti prima, racconta Il quotidiano Telegraph, il re ha tenuto un discorso al Parlamento a Canberra, la capitale australiana, nel quale si è rivolto in particolare alle Prime Nazioni e alle loro “saggezza tradizionale”, ringraziandoli per la cerimonia di benvenuto e rendendo omaggio al “proprietari tradizionali della terra sulla quale ci incontriamo”.
Dopo questo omaggio, riferendosi al titolo conservatore, ha anche menzionato “i ricordi di [ses] precedenti visite in Australia, così come Elisabetta II, e temi come il cambiamento climatico”.
Proteste “minori”.
Thorpe, “vestito con un lungo mantello di pelle di opossum”, dillo Custode, è stato scortato fuori dalle guardie di sicurezza. L’aveva fatto all’inizio della giornata “ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che l’Australia dovrebbe diventare una repubblica e stabilire un trattato con le Prime Nazioni come parte di tale processo”, spiegare il titolo londinese.
In un referendum nel novembre 1999, gli australiani hanno respinto la transizione dell’Australia dalla monarchia alla repubblica con una percentuale del 55% contro il 45%. Nell’ottobre 2023 è stato respinto anche un referendum che mirava a creare un organo consultivo che rappresentasse i popoli indigeni presso il Parlamento di Canberra, con il 60% dei voti contro il 40%.
L’incidente al Parlamento è avvenuto il quarto giorno del tour di re Carlo e della regina Camilla. “Finoradice il Telegrafo quotidiano, hanno incontrato solo lievi proteste da parte dei loro detrattori, che hanno spiegato uno striscione con la parola ‘decolonizzare’ ad un evento a Sydney.