12 settembre 2024, Assia, Francoforte sul meno: Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea (BCE), parla alla conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio direttivo della BCE. Foto: Boris Roessler/dpa (Foto di Boris Roessler/picture Alliance tramite Getty Images)
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Giovedì la Banca Centrale Europea ha tagliato il tasso di interesse di riferimento al 3,25%, nella riduzione di un punto percentuale del terzo trimestre dell’anno.
La mossa della riunione di ottobre era stata pienamente scontata dai mercati dopo che i politici avevano segnalato una riduzione dei rischi di inflazione e un indebolimento delle prospettive di crescita.
In una dichiarazione successiva alla decisione, il Consiglio direttivo della BCE ha definito il processo di disinflazione “ben avviato” nella sua dichiarazione più ottimistica nel ciclo attuale.
“Le prospettive di inflazione sono influenzate anche dalle recenti sorprese al ribasso negli indicatori di attività economica”, si legge.
L’aumento dei prezzi principali nell’area euro è sceso all’1,8% a settembre, attestandosi al di sotto dell’obiettivo del 2% della banca centrale per la prima volta in tre anni.
La Bce prevede ancora una volta che l’inflazione “aumenterà nei prossimi mesi, prima di scendere al target nel corso del prossimo anno”.
È la prima volta dal dicembre 2011 che la Bce riduce i tassi in riunioni consecutive.
La BCE ha discusso solo un taglio del tasso di 25 punti base, piuttosto che un taglio più ampio di 50 punti base, come aveva optato la Federal Reserve americana a settembre, ha detto la presidente della BCE Christine Lagarde durante una conferenza stampa giovedì.
“È un dato di fatto che l’attività economica – sulla base degli… indicatori disponibili – è leggermente inferiore a quanto previsto”, ha detto Lagarde, quando Annette Weisbach della CNBC le ha chiesto perché non si è ridotta della metà. punto percentuale.
Le aspettative per un ritmo più rapido di allentamento monetario si erano sviluppate a partire dalla riunione della BCE del 12 settembre, quando i prezzi di mercato suggerivano solo un ulteriore taglio dei tassi quest’anno, anziché i due previsti giovedì mattina.
Insieme all’ultimo dato sull’inflazione del 1° ottobre, questo cambiamento nel sentiment è arrivato tra i commenti accomodanti di vari membri della BCE. Anche Lagarde della BCE ha influenzato i mercati quando ha affermato che gli ultimi dati rilevati “rafforzano la nostra fiducia che l’inflazione tornerà al target in modo tempestivo”.
Un altro fattore chiave è stata la prospettiva di crescita della zona euro. Il mese scorso la BCE ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita della zona euro per il 2024 sulla scia della domanda interna più debole, prevedendo ora un aumento del PIL dello 0,8%, rispetto allo 0,9% precedente. Alcune delle sue maggiori economie continuano ad affrontare sfide importanti, tra cui la debolezza del settore manifatturiero in Germania e un enorme progetto di consolidamento fiscale imminente in Francia; mentre gli indicatori del sentiment rimangono deboli.