Un silenzio seguito da un applauso è risuonato mercoledì sera davanti alla chiesa della Madeleine in omaggio a Paul Varry, questo attivista comunitario di 27 anni morto dopo essere stato investito da un automobilista in Boulevard Malesherbes (8° arrondissement) nel tardo pomeriggio di martedì. Un incontro organizzato dalle associazioni, tra cui Paris en Selle. Questo giovedì mattina, due giorni dopo i fatti, Nathalie, la madre della vittima, ha preso la parola.
“Quando un veicolo si trova di fronte a un pedone o a un ciclista che non ha un guscio attorno a sé, c’è una vera voglia più che di nuocere, di uccidere. Non sono le stesse armi. Questo signore ha ucciso con la sua arma che è la sua macchina”, ha dichiarato al microfono dei colleghi di BFMTV. Secondo le prime informazioni, un automobilista di 52 anni, a bordo del suo Suv, avrebbe investito deliberatamente il ciclista dopo un primo alterco tra i due uomini.
La Procura di Parigi ha aperto un’indagine per omicidio e il sospettato è stato interrogato per la prima volta questo mercoledì. Secondo il suo avvocato, egli invoca l’incidente mortale. “Non avrebbe mai investito intenzionalmente qualcuno”, sostiene il suo consiglio. La sua custodia di polizia è stata prolungata di 24 ore.
Una versione che la famiglia della vittima non vuole sentire. «Non possiamo dichiararci non colpevoli, non ci sono circostanze attenuanti», insiste Nathalie, la madre. Anche Antoine, fratello di Paul, ha parlato con i nostri colleghi. “C’è qualcuno in cella che ha schiacciato una persona, un giovane di 27 anni. Era una persona gentile, sensibile, sempre disponibile per gli altri, piena di ambizioni che andò negli Stati Uniti per proseguire gli studi. »
