Salone di Parigi: in Europa il difficile passaggio all’auto elettrica

Salone di Parigi: in Europa il difficile passaggio all’auto elettrica
Salone di Parigi: in Europa il difficile passaggio all’auto elettrica
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l’essenziale
Il Motor Show di Parigi si è aperto ieri alla presenza del presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Uno spettacolo che mette in discussione la capacità dell’Europa di contare su un mercato dei veicoli elettrici dominato dai cinesi. Tuttavia i costruttori francesi non si arrendono, la Renault gioca la carta della nostalgia con la R5 e la R4.

Lo shock dell’auto elettrica sta scuotendo il mercato automobilistico europeo al punto che alcuni si chiedono se l’Unione Europea, decidendo di fermare la commercializzazione delle nuove auto termiche nel 2035, non abbia sparato alle sue ammiraglie industriali. L’industria automobilistica europea, infatti, fatica ancora a negoziare il passaggio alle auto elettriche mentre i produttori cinesi sono pronti a inondare l’Europa con auto sempre meglio rifinite, sempre più efficienti e sempre meno costose.

Massicciamente sovvenzionati, questi ultimi hanno infatti acquisito negli ultimi quindici anni un vero e proprio know-how, in particolare nel settore delle batterie per le quali la Cina si è assicurata la fornitura di componenti. L’Europa riuscirà a recuperare il ritardo? Questa è una delle domande che ci si pone all’apertura del Motor Show di Parigi, ieri.

“Siamo andati ad Hara-Kiri con il diesel”

“Grandi produttori e fornitori di apparecchiature hanno già annunciato tagli di posti di lavoro nel nostro settore. 50mila posti di lavoro persi in sette anni, 37mila dal Covid. Le imprese di subfornitura sono in grande pericolo”, ha avvertito ieri su Franceinfo l’ex ministro Luc Chatel, presidente della piattaforma PFA, che riunisce tutti gli attori del settore automobilistico e della mobilità, aggiungendo: “Siamo fatti Hara-Kiri a diesel da quando abbiamo abbiamo deciso di fermare una tecnologia nella quale eravamo sovrani”.

Domenica, ad esempio, Carlos Tavares, presidente di Stellantis, non ha escluso la chiusura di fabbriche all’interno del suo gruppo, mentre i produttori cinesi aumentano gli annunci di apertura di siti di produzione in Europa.

?➡️ “Abbiamo optato per l’Hara-Kiri con il diesel poiché abbiamo deciso di fermare una tecnologia nella quale eravamo sovrani”, afferma Luc Chatel. pic.twitter.com/SlWmZh2f22

—franceinfo (@franceinfo) https://twitter.com/franceinfo/status/1845723507797189102?ref_src=twsrc%5Etfw

“Oggi siamo ancora il 23% sotto il 2019 (ai tempi della crisi Covid, ndr). In cinque anni, abbiamo perso l’equivalente di un anno di vendite di automobili”, assicura Luc Chatel, sottolineando che “il mese di settembre è stato il peggiore in Francia in termini di vendite da 20 anni”. In Europa, in quattro anni, le vendite di auto nuove sono scese da circa 15 milioni a 10 milioni di veicoli all’anno, il che ha contribuito in modo significativo al calo da 19 a 14 milioni di veicoli prodotti all’anno nel Vecchio Continente… Ciò provoca reali difficoltà, soprattutto in Germania.

Anche l’aumento delle sanzioni sulle auto a benzina e diesel più inquinanti, annunciato dal governo francese per il 2025, fa infuriare il settore: è “una doppia sanzione” per i costruttori, “stiamo camminando sulla testa”, castiga il presidente della PFA .

I dati relativi al mercato automobilistico francese
DDM-Philippe Rioux

Inoltre, il decollo troppo lento delle auto elettriche in Francia – il 17% delle vendite di veicoli privati ​​nei primi 8 mesi del 2024, il 25% se aggiungiamo gli ibridi plug-in – non è sufficiente.

L’Unione europea, che “ha messo il carro davanti ai buoi”, “deve finalmente decidere di lanciare una scossa elettrica”, ritiene Luc Chatel, che invoca quindi un “patto industriale europeo” per rilanciare il settore. Un patto più ambizioso della semplice sovrattassa doganale sulle auto elettriche cinesi…

Nuovi prodotti elettrici francesi

Nel momento in cui si apre a Parigi il Motor Show di Parigi, le case automobilistiche francesi, in ogni caso, non ammettono la sconfitta di fronte a questa pletora di concorrenza asiatica. Le nuove Renault e Citroën si troveranno così ad affrontare BYD e Leapmotor, e in particolare le attesissime Renault 4 e 5, Peugeot e-3008 e Citroën C3. Con, per Renault, un bonus alla nostalgia per i modelli iconici.

Tra i 48 marchi presenti, il salone vede il ritorno dei gruppi Volkswagen (Audi, Skoda), BMW-Mini e Kia dopo qualche anno di assenza. Anche l’americana Tesla fa un’apparizione inaspettata per mostrare il suo enorme SUV Cybertruck (presentato al VivaTech a fine maggio), e Cadillac segna il suo ritorno in Europa con imponenti modelli elettrici.

Ma il salone svelerà soprattutto una miriade di modelli elettrici e ibridi cinesi: il generale BYD, il lussuoso Hongqi, il tecnofilo XPeng, Maxus (veicoli utilitari) o Skyworth (filiale di un gruppo di elettronica), tutti modelli che presto saranno presenti sul mercato. la strada sulle strade europee.

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