Da diverse settimane, l’assenza di Paul Biya, presidente del Camerun dal 1982, ha alimentato numerose speculazioni. Non vista in pubblico dal vertice Cina-Africa dell’inizio di settembre 2024, la sua scomparsa dalle scene internazionali, in particolare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e al vertice dell’Organizzazione internazionale della Francofonia, preoccupa la popolazione camerunese e non solo.
Si moltiplicano le voci sul suo stato di salute. Sui social alcuni menzionano la sua presenza in Svizzera, altri suggeriscono che sia ricoverato in Francia in condizioni critiche. Sebbene le comunicazioni ufficiali siano rimaste vaghe, un comunicato del ministro delle Comunicazioni, René Sadi, ha tentato di calmare gli animi affermando che il presidente Biya trascorrerà “un breve soggiorno privato in Europa”, pur rimanendo “attento alla vita nazionale”. Questa affermazione, però, non è bastata a dissipare l’incertezza.
La questione della successione presidenziale sta diventando sempre più urgente in un Paese in cui Biya, 91 anni, è al potere da più di quattro decenni. La Costituzione del Camerun prevede che in caso di vacanza del potere per morte, dimissioni o incapacità permanente, il Consiglio Costituzionale deve prendere atto di tale vacanza. Le elezioni presidenziali dovranno quindi svolgersi tra 20 e 120 giorni. Durante questo periodo, il Presidente del Senato agirà ad interim.
Questa incertezza alimenta le speculazioni sul presunto desiderio di Paul Biya di preparare suo figlio, Franck Biya, a succedergli, accentuando così i dubbi su una potenziale dinastia politica. Di fronte a queste preoccupazioni, alcuni esponenti dell’opposizione chiedono informazioni chiare sullo stato di salute del presidente e criticano l’opacità mantenuta dal governo.
Allo stesso tempo, recentemente hanno preso piede voci più allarmistiche. Un canale televisivo privato con sede negli Stati Uniti, Africa Broadcasting Service (ABS), gestito da un leader separatista di lingua inglese in esilio, ha affermato che il presidente era morto, basandosi su fonti provenienti da Camerun, Svizzera e Francia. Queste affermazioni sono state subito smentite dal governo, che ha denunciato “voci infondate”. Anche Jacques Fame Ndongo, Ministro di Stato, ha ribadito che queste accuse sono “pura fantasia”.
Tuttavia, la prolungata assenza di Paul Biya dagli eventi internazionali getta un’ombra sul futuro politico del Camerun. Il suo ritorno, annunciato nei prossimi giorni, sarà attentamente studiato, mentre continuano a circolare voci sulla sua salute indebolita e sui desideri dinastici. In un contesto in cui il Camerun è già segnato dalla guerra secessionista e dagli attacchi di Boko Haram, questa instabilità potrebbe esacerbare le tensioni politiche.
