Cosa ci piace di Michel Barnier

Cosa ci piace di Michel Barnier
Cosa ci piace di Michel Barnier
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Il nuovo primo ministro ha quarant’anni più di Gabriel Attal. E questo non è aneddotico.

Intrappolato tra i partiti, tra le correnti, tra i blocchi, il governo Michel Barnier vive ovviamente di tempo in prestito. Tutto è appeso a un filo, in questo caso agli umori di Marine Le Pen e alla buona volontà dei macronisti, che non riconoscono più lo “allo stesso tempo” caro al loro leader, e guardano ora con avidità al 2027.

Per ora il premier a sorpresa riesce comunque a raccogliere una prima sfida, piuttosto incidentale è vero. Quella di sedurre i francesi che, prima di giudicare la sua politica, apprezzano il suo stile che rompe con quello dei suoi predecessori.

Chic ma non scioccante

Lo stile Barnier? Un misto di classe, eleganza, serietà, flemma, riservatezza, distanza, un lato francese antico, provinciale, combinato con un look un po’ britannico. Un uomo di montagna anche lui, di quelli che guardano le cose dall’alto piuttosto che per oro colato. Un uomo che non perde la pazienza ma è capace, quando necessario, di rimetterti a posto con una frase impassibile, pronunciata con una voce tiepida che ricorda quella dell’attore Bernard Menez.

Tardi

Dopo il periodo dei giovani lupi della politica, Emmanuel Macron e poi Gabriel Attal, Barnier simboleggia il ritorno dell’esperienza, una rivincita della maturità, con tutto ciò che è rassicurante e rilassante. Alla battuta finale, che i media ovviamente adorano, il nuovo inquilino di Matignon preferisce un discorso ponderato e parole scelte. Senza effetto manica. Non usa i social network e preferisce intervenire a basso costo. I suoi discorsi non sono necessariamente appariscenti, hanno almeno il merito della chiarezza. In mezzo a una classe politica che vocifera, gli parla con calma, senza eccessi né abbondanze.

A 74 anni, Michel Barnier potrebbe essere il nonno di Jordan Bardella. Possiamo immaginare che a questa età avanzata non abbia più ambizioni presidenziali e che sarà quindi in grado di agire senza pensarci due volte. Anche se in politica è meglio non giurare su nulla. Visto che si è appena trasferito all’Hôtel Matignon, concediamo al Primo Ministro il beneficio del dubbio.

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