Parigi (awp/afp) – Martedì i mercati azionari mondiali sono preoccupati per l’aumento delle tensioni in Medio Oriente, dopo che gli Stati Uniti hanno messo in guardia contro un “imminente” attacco balistico dell’Iran contro Israele, dopo aver provocato un calo generale dei tassi obbligazionari e un balzo nell’oro e nel petrolio.
In Europa, la Borsa di Parigi ha chiuso in ribasso dello 0,81%, mentre Francoforte ha ceduto lo 0,58% e Milano l’1,04%. Tra i principali indici, solo il Footsie 100 di Londra ha chiuso in verde (+0,48%). A Zurigo l’indice SMI è sceso dello 0,68%.
A Wall Street gli indici si muovono al ribasso. Intorno alle 16:00 GMT, il Nasdaq ha perso l’1,58% e l’indice S&P 500 lo 0,88%. Il Dow Jones ha limitato leggermente le perdite al -0,28%.
“I mercati tengono fortemente conto della dichiarazione di Washington sul rischio di uno scontro diretto tra Israele e Iran”, spiega all’AFP Guillaume Chaloin, direttore della gestione azionaria di Delubac AM.
Martedì gli Stati Uniti hanno avvertito di un “imminente” attacco iraniano contro Israele, avvertendo che ciò porterebbe gravi “conseguenze” per Teheran.
Washington ha “indizi che l’Iran si sta preparando a lanciare un attacco” con “missili balistici”, ha detto un alto funzionario americano in condizione di anonimato.
L’avvertimento è arrivato dopo che Israele ha annunciato di aver lanciato un’offensiva di terra nel sud del Libano dopo una settimana di intensi bombardamenti che hanno provocato centinaia di morti in tutto il Paese.
Questi sviluppi hanno accresciuto le preoccupazioni degli investitori, che hanno acquistato più titoli di Stato, abbandonando allo stesso tempo le azioni. La corsa per questi asset ha causato un forte calo dei tassi di interesse.
Intorno alle 16:00 GMT, il tasso di rendimento dei titoli di stato americani a dieci anni si è attestato al 3,72%, rispetto al 3,78% della chiusura di lunedì.
Anche in Europa il tasso di riferimento delle obbligazioni tedesche è sceso al 2,03% contro il 2,12% del giorno prima. Ha inoltre beneficiato delle speranze di un taglio dei tassi da parte della BCE a ottobre, dopo che l’inflazione nella zona euro è salita all’1,8% a settembre, per la prima volta sotto il 2% dal 2021.
In Francia, i tassi debitori a 10 anni si sono attestati al 2,82%, rispetto al 2,91% del giorno prima alla chiusura, mentre il nuovo primo ministro Michel Barnier ha rilasciato martedì la sua dichiarazione di politica generale e ha presentato le sue idee. per ridurre il deficit pubblico.
Queste tensioni geopolitiche hanno “messo in secondo piano le discussioni sui tagli dei tassi e sullo stato delle economie europea e americana” che fino ad allora avevano dominato la sessione, spiega Guillaume Chaloin.
Gli investitori hanno comunque preso nota dell’indicatore ISM manifatturiero negli Stati Uniti per agosto, che si è attestato allo stesso livello su un mese, a 47,2 punti, deludendo il consenso degli analisti. L’indice PMI di settembre, relativo anche all’industria, ha mostrato un leggero aumento di 0,3 punti, a 47,3 punti.
Questi dati “ci permettono di concludere che non è necessario rinviare i tagli dei tassi” previsti dalla Fed nei prossimi mesi, spiega Florian Ielpo, direttore macroeconomico di Lombard Odier.
La tecnologia crolla ___
I titoli tecnologici sono le prime vittime della pressione di vendita sui mercati azionari dovuta alle tensioni geopolitiche.
A Wall Street, rispetto alle 16H00 GMT, Nvidia perde 3,19%, Broadcomm 2,83%, Marvell Technology 2,19% e Intel 3,12%.
In Europa, hanno chiuso in rosso STMicroelectronics (-2,40%) e Infineon (-2,72%).
Covestro acquistato per 12 miliardi di euro ___
Il produttore tedesco di materie plastiche e prodotti chimici Covestro (+3,79% a Francoforte) ha annunciato di aver accettato una proposta di acquisizione della compagnia petrolifera nazionale degli Emirati Adnoc, sulla base di un’offerta che valutava il gruppo quasi 12 miliardi di euro.
Petrolio e oro in rialzo___
Le crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente stanno provocando un’impennata dei prezzi del petrolio.
Intorno alle 16:00 GMT, il prezzo di un barile di Brent del Mare del Nord è aumentato del 4,21% a 74,72 dollari e quello di un barile di americano West Texas Intermediate (WTI) è aumentato del 4,57% a 71,29 dollari.
Anche l’oro ha beneficiato della preferenza degli investitori per i beni rifugio, con un aumento dell’oncia dell’1,02% a 2.661,59 dollari.
Sul mercato dei cambi, il dollaro ha guadagnato lo 0,61% rispetto all’euro, a 1,1066 euro.
Bitcoin è sceso dell’1,72% a 62.683,76 dollari.
afp/rp