“Sono convinto di essere dichiarato innocente”

“Sono convinto di essere dichiarato innocente”
“Sono convinto di essere dichiarato innocente”
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inganno

Una chiamata legittima, ma del tutto inutile.

L’inizio della vicenda

In pieno svolgimento all’inizio del 2024 dopo aver vinto il suo primo Grande Slam agli Australian Open, Jannik Sinner ha subito, nel marzo 2024, due test antidoping positivi a otto giorni di distanza l’uno dall’altro: il 10 marzo durante il torneo di Indian Wells e il 18 marzo fuori competizione , ma poco prima del torneo di Miami. Tracce di clostebol sono state trovate nelle sue urine. Entrambe le volte la Transalpin aveva presentato ricorso, che le ha consentito di ridurre le sospensioni automatiche (dal 4 al 5 aprile per la prima, dal 17 al 20 aprile per la seconda). L’italiano, con i suoi legali, si è difeso spiegando di aver subito”contaminazione da parte di un membro del suo personale (Ndr: Giacomo Naldi, il suo fisioterapista)che ha applicato uno spray da banco contenente clostebol sulla propria mano per curare una piccola ferita. Una difesa accettata dall’International Integrity Agency con un insabbiamento annunciato ufficialmente a fine agosto.

Il prodotto proibito

Il prodotto trovato nei campioni di Jannik Sinner si chiama clostebol ed è catalogato dall’AMA nella lista dei “steroidi androgeni anabolizzanti”. Un lungo elenco di derivati ​​del testosterone che potrebbero stimolare la crescita muscolare, senza spiegare quanto avrebbero un effetto significativo sulle prestazioni. Infatti, poiché il clostebol non è prodotto naturalmente dall’organismo, non si tiene conto del concetto di soglia: è sufficiente rilevarne la presenza perché un test antidoping sia considerato positivo. Nel caso dell’italiano, la presenza di questo prodotto nel suo organismo era così minima che non avrebbe potuto trarne alcun beneficio. Il che ha corroborato le sue spiegazioni sulla contaminazione accidentale.

I motivi della chiamata?

La WADA non ha spiegato a lungo le ragioni del suo ricorso. In un breve comunicato stampa, ha affermato di ritenere che “la conclusione dell’assenza di colpa o negligenza non è corretta ai sensi delle norme applicabili”. Se leggiamo bene tra le righe, la versione dei fatti di Jannik Sinner non sembra essere messa in discussione, così come il fatto che non avrebbe tratto alcun beneficio fisico dalla presenza di questo steroide nel suo corpo. Perché allora fare ricorso e chiedere una sanzione che rovinerebbe la carriera del giocatore? Una questione di procedura, verrebbe da dire, e di disaccordo con le conclusioni del tribunale indipendente che ha assolto Sinner.

Il resto della procedura

L’italiano, che potrà proseguire la carriera durante tutta la procedura e che è”convinto di essere stato dichiarato innocente in un caso in cui è stato scagionato nel corso di tre udienze”rischia di vivere parecchi mesi con questa spada di Damocle sopra la testa. Secondo le normative CAS, “il dispositivo del lodo deve essere comunicato alle parti entro tre mesi dalla costituzione del collegio arbitrale incaricato dell’esame della causa. Questo periodo può essere prorogato fino a un massimo di quattro mesi dopo la conclusione del procedimento di indagine.”

Dalla parte dell’avvocato del giocatore, Jamie Singer, interrogato dalla Gazzetta dello sportla tranquillità sembra essere d’obbligo: “Sono sorpreso da una chiamata legittima ma del tutto inutile”. L’unica buona notizia per il grande rosso, qualora dovesse essere squalificato, è che manterrebbe i risultati ottenuti da marzo. Non si tratta, quindi, di togliergli il titolo agli US Open.

Jannik Sinner criticato da alcuni giocatori…

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