“Chi ha tradito Hezbollah?” Questa domanda ossessiona i libanesi dall’eliminazione di Hassan Nasrallah, il leader del movimento sciita. Nelle strade di Beirut, solitamente vivaci ma ormai deserte, si moltiplicano le teorie del complotto. Sorprendentemente, le accuse non sono rivolte a Israele, ma all’Iran.
“Lo hanno abbandonato”, mormorano alcuni residenti, citati da Ynet. “Nasrallah era adorato a Teheran, il leader Khamenei lo ha avvicinato, ne ha fatto un alleato – poi lo ha abbandonato”. Altri puntano il dito contro i servizi segreti siriani. Un giornalista locale riferisce: “Qualcuno ha svenduto Hezbollah e Israele è riuscito a localizzare l’esatta ubicazione della leadership dell’organizzazione”.
L’attacco che ha portato all’eliminazione di Nasrallah è stato di portata insolita. Le esplosioni sono state avvertite a decine di chilometri di distanza, ricordando la mega esplosione del porto di Beirut nel 2020. Nonostante le prove, alcuni sostenitori di Hezbollah rimangono increduli. “Quest’uomo, Hassan Nasrallah, non morirà”, dicono, ancora in attesa di vederlo apparire in televisione.
Nel frattempo la situazione umanitaria peggiora. I rifugiati di Dahiyeh, il quartiere sciita di Beirut, si ritrovano senza casa. Un testimone descrive: “Piangono, privi di tutto, vagando nello spazio e rifiutandosi di credere che questo disastro sia caduto su di loro”, riferisce Ynet.
I centri di accoglienza sono sovraffollati, costringendo molti rifugiati a dormire in macchina o per strada. La crisi economica si aggrava: i prezzi degli affitti sono triplicati. “Un appartamento che due settimane fa costava 1.000 dollari, ora costa 3.000 dollari”, dice una fonte locale, mentre le interruzioni di corrente durano almeno nove ore al giorno.
