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La legge 21 di fronte al terrore religioso

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Sessant’anni dopo la Rivoluzione Tranquilla, gli islamisti vogliono ricadere gli abitanti del Quebec nel terrore religioso. La Corte Suprema del Canada potrà decidere se hanno o meno il diritto di farlo se sceglierà di decidere nel merito della Legge 21.

Negli anni ’60 il Quebec si sbarazzò della soffocante influenza della Chiesa cattolica.

Ricordiamo che questo terrorizzava i cattolici minacciandoli di finire all’inferno per il minimo pretesto.

I sacerdoti stigmatizzavano le coppie che avevano pochi o nessun figlio. Si dilettavano in politica in termini appena coperti. Insomma, hanno fatto regnare il terrore e controllato le coscienze.

Ci siamo liberati da questo totalitarismo.

Ma i fondamentalisti religiosi vorrebbero che il Quebec tornasse a quell’epoca. In prima linea in questa offensiva sono soprattutto gli islamisti.

E l’uso del velo islamico è il cuore simbolico di questa offensiva.

Dei al di sopra della legge

I fondamentalisti religiosi considerano le leggi umane al di sotto di ciò che interpretano come volontà divina.

Pertanto, chiunque abbia autorità e indossi un simbolo religioso ostentato invia un segnale che, invece di applicare le leggi umane, applicherà ove necessario ciò che ritiene essere un diritto divino.

Questa posizione è incompatibile con l’esistenza stessa della Corte Suprema, che dovrebbe, secondo questa pseudologia, piegarsi anche alle decisioni dei leader religiosi.

Condannare la Legge 21 equivarrebbe a condannare l’architettura stessa di tutti gli stati governati dallo stato di diritto che ritengono che gli affari umani non debbano essere soggetti ai desideri dei leader religiosi.

Ciò devierebbe la democrazia dalla sua traiettoria e alla fine ci riporterebbe al Medioevo, come gli stati islamici come l’Afghanistan, l’Arabia Saudita o l’Iran.

Dio filosofico

La Carta canadese dei diritti e delle libertà riconosce, nel suo preambolo, “la supremazia di Dio e il primato delle leggi”. Nella mente degli autori del documento, questo non è un dio indù, musulmano, ebraico o buddista. Nel 1982 avevano in mente un dio cristiano.

Pierre Elliott Trudeau, che contribuì con i suoi scritti alla Rivoluzione Tranquilla, non avrebbe mai sostenuto un’interpretazione giuridica che favorisse il ristabilimento di un tipo di potere religioso che aveva combattuto.

La migliore interpretazione del riferimento della Carta a un dio è vederla come un riferimento ai principi filosofici cristiani nei quali le leggi occidentali sono immerse da quasi 2000 anni.

Qui il multiculturalismo protettivo del fondamentalismo religioso entra in violento conflitto con i principi fondatori non solo del Canada nel 1982, ma anche della democrazia in generale.

Per questo motivo la Corte Suprema potrebbe decidere in ultima analisi sulla forma, cioè sul diritto delle province di utilizzare la clausola derogatoria in materia religiosa, piuttosto che sulla sostanza.

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