Nel panorama della Challenge League, il ritorno di Mickaël Facchinetti allo Xamax si rivela tutt’altro che aneddotico. È tanto più carico di simboli in quanto il suo nome rimane per sempre legato a quello del patriarca Gilbert, suo nonno, morto nel luglio 2018 e il cui gigantesco ritratto adorna una delle pareti interne di La Maladière.
Questo nonno è quindi sempre presente e al quale deve tutto, oltre che alla nonna. Quando il nipote ne parla, l’emozione diventa subito palpabile. “Non sarei diventato l’uomo che sono senza di loro. Sarò loro per sempre grato. Mi hanno educato da quando avevo 2 mesi. Non cambierò mai una sola cosa che mi hanno dato”.
Quasi 34 anni, che festeggerà il 15 febbraio, Mickaël Facchinetti torna nel club che lo ha visto crescere e all’interno del quale ha già giocato (62 partite). “Evidentemente c’è un legame familiare molto forte”, continua, con un tremore nella voce. Quando ero piccolo, ricordo quando tutta la squadra arrivava alla villa di Saint-Blaise. Ogni volta che cammino sul prato e vedo il ritratto di mio nonno, gli dico un pensiero e qualche parola. Non volevo giocare in nessun posto diverso da Xamax nella Challenge League. Ho avuto qualche offerta ma non mi vedevo tornare a Neuchâtel come avversario”.
Rottura del legamento crociato nel 2022
Il 3 aprile 2022 il terzino sinistro, vittima contro il Lucerna della rottura dei legamenti crociati del ginocchio destro e del menisco esterno mentre giocava con l’FC Lugano, ha vissuto la sua prima vera battuta d’arresto. “Nel calcio ho vissuto titoli, retrocessioni, bancarotte ma mi mancava comunque l’esperienza di un infortunio del genere…”
Dopo aver ritrovato le sensazioni in campo con l’FC Paradiso (Lega Promozione) prima di Natale, ora è completamente recuperato, pronto a portare allo Xamax tutta la sua preziosa esperienza.
“Preferisco tornare indietro in punta di piedi piuttosto che correre. Non mi considero nessun altro.” Restano ancorati in lui i valori del clan che rappresenta. “Mio nonno rappresentava la resilienza, la gentilezza, la purezza delle azioni… Indipendentemente dal giocatore che posso essere, spero di essere apprezzato per l’uomo che sono”. N. 7 in corso (ndr: è già indossato da Fatkic), il fantasma scelse il numero 77 – uno dei suoi altri numeri fortunati.
Una difesa per stabilizzarsi
A La Maladière, il suo arrivo dovrebbe contribuire a mettere in sicurezza una difesa che prima dell’intervallo appariva troppo fragile se si pensa ai 36 gol già subiti. “Si tratta di rimanere umili e capire perché Xamax (ndr: solo 6° in classifica, a 8 punti dal leader Thun e 5 punti da Carouge, l’attuale ostacolo) è lì. Oggi non siamo né su né giù. Essere umili significa anche lavorare e fare punti per acquisire fiducia”. Per l’inserimento ufficiale di Anthony Braizat sulla panchina del Neuchâtel, il primo test in piena regola coinciderà con l’arrivo della SLO questo venerdì (calcio d’inizio alle 19:30).
Cosa possiamo aspettarci da Xamax nel 2025? “Un club storico come lo Xamax deve essere ambizioso”, risponde la sua nuova squadra. Forse alla fine ci sarà una bella sorpresa. Detto questo, non è il passato del club a spingerci in alto…». Sogna già una promozione dello Xamax questa primavera? “Rigiocare con lo Xamax in Superlega sarebbe un’apoteosi. Ma ogni cosa a suo tempo, andiamo per gradi, partita dopo partita”.
Un braccialetto simbolico
Non possiamo fare a meno di lasciare Mickaël senza chiedergli quale peso sentimentale comporta avere un cognome del genere. Già, cosa significa essere un “Facchi”? “Vista la storia della mia famiglia e tutti i valori che mi sono stati trasmessi, è motivo di orgoglio essere un Facchi”.
Quando suona, il nipote del patriarca indossa un braccialetto su cui sono scritte alcune parole. “Che vinca il migliore, basta che siamo noi.” O la frase preferita di Gilbert, che amava pronunciare come un rito immutabile, soprattutto prima di ogni partita di Coppa dei Campioni quando parlava con i giornalisti, riuniti per un pasto pre-partita in un ristorante di Neuchâtel, non lontano dalla vecchia Maladière. Un’era bellissima, grande, sacra, scomparsa per sempre.
284 partite di Superlega
Nel corso della sua prolifica carriera, Mickaël Facchinetti ha giocato per 11 club, giocando nella Svizzera francese (Xamax, Losanna, Sion) così come nella Svizzera tedesca (Saint-Gall, Thun) così come in Ticino, principalmente a Lugano. Ha giocato anche nel calcio (Chievo Verona) oltre che a Cipro (APOEL Nicosia). Cosa ricorda di tutti i suoi vagabondaggi in mongolfiera? “Sicuramente possiamo sempre fare meglio, ma sono già contento del mio percorso”.
Il difensore ha al suo attivo 284 partite di Super League, il che non è cosa da poco. “Anche se naturalmente mi manca il ritmo dopo un anno vuoto, mi sento più motivato che mai. Ho ancora delle cose da fare sul campo”, conclude. Incrociamo le dita. Xamax si aspetta molto dal suo ultimo trasferimento.
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