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Una risposta panafricana alle sfide geopolitiche ed energetiche globali

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Di Mohamed H’MIDOUCHE

In un contesto globale in cui le dinamiche energetiche sono profondamente ridefinite da complesse questioni geopolitiche, l’African Atlantic Gas Pipeline (GAA) si distingue come progetto strategico. Mentre gli Stati Uniti, sotto la guida del presidente Donald Trump, hanno appena adottato una politica energetica decisamente incentrata sull’espansione della produzione nazionale e sull’aumento delle esportazioni di combustibili fossili, l’Europa intensifica la ricerca di fonti energetiche alternative per ridurre il proprio consumo dipendenza dal gas russo. Questi sviluppi, amplificati dalle ripercussioni del conflitto russo-ucraino, pongono l’energia al centro della geopolitica e delle relazioni internazionali.

Di fronte a queste trasformazioni, la GAA, che collega la Nigeria al Marocco e potenzialmente all’Europa, si posiziona come un’ambiziosa risposta africana alle sfide energetiche globali. Facendo parte di una strategia di diversificazione delle forniture energetiche, offre un’opportunità unica per il continente africano di consolidarsi come attore chiave nella transizione energetica globale, promuovendo al contempo la sua integrazione regionale.

In questo contesto di crescenti rivalità energetiche, questo forum esplora il ruolo della GAA nella riconfigurazione dei flussi energetici globali. Sottolinea come questo progetto rifletta un’ambiziosa visione panafricana e soddisfi i requisiti di sostenibilità, integrazione regionale e cooperazione internazionale, evidenziando al contempo le questioni strategiche legate ai recenti sviluppi geopolitici.

Una visione strategica per l’energia e l’integrazione regionale

L’African Atlantic Gas Pipeline è molto più di una semplice infrastruttura energetica. Progettato per collegare la Nigeria, il principale produttore di gas naturale del continente, al Marocco, porta strategica verso l’Europa per oltre 5.600 chilometri, questo progetto attraverserà 13 paesi africani membri dell’ECOWAS oltre alla Mauritania. Incarna un’ambiziosa visione panafricana volta a promuovere l’autonomia energetica del continente, accelerando l’integrazione regionale e rafforzando la sicurezza energetica globale.

Annunciato durante la visita di Sua Maestà il Re Mohammed VI in Nigeria nel dicembre 2016, il progetto ha segnato un passo decisivo nella cooperazione Sud-Sud. Questa partnership strategica tra Marocco e Nigeria, consolidata dal sostegno dei paesi ECOWAS e della Mauritania, è un modello di collaborazione transfrontaliera, in linea con obiettivi comuni di sviluppo economico e integrazione energetica.

Un progetto strutturante al servizio dell’Africa

Si tratterà di un’estensione del gasdotto esistente nell’Africa occidentale, che collega Lagos, in Nigeria, a città come Cotonou, Lomé, Tema e Takoradi. Attraversando capitali come Abidjan, Monrovia, Freetown, Conakry, Bissau, Dakar e Nouakchott, farà parte di una strategia volta a collegare le risorse energetiche africane ai principali mercati internazionali. Il suo percorso termina a Tangeri, in Marocco, con un possibile collegamento con l’Europa via Cadice, in Spagna.

Questa infrastruttura strategica consentirà inoltre di trarre vantaggio dalle recenti scoperte di gas in paesi come Ghana, Costa d’Avorio, Mauritania e Senegal, diversificando al contempo le fonti di approvvigionamento di gas per l’Europa, una questione cruciale nell’attuale contesto di crisi energetica globale.

Ricordiamo che questo progetto è stato annunciato ufficialmente durante la visita di Sua Maestà il Re Mohammed VI nella Repubblica Federale della Nigeria, dal 1 al 3 dicembre 2016, nell’ambito del Suo tour africano. Questa visita ha fatto seguito a quella di Sua Eccellenza Muhammadu Buhari, Presidente della Repubblica Federale della Nigeria, a Marrakech nel novembre 2016, in occasione della COP 22.

Secondo il Comunicato stampa ufficiale pubblicato al termine della visita reale in Nigeria (fonte ufficiale), i due Capi di Stato hanno espresso il loro impegno a sostenere progetti strutturanti per lo sviluppo socio-economico del continente. In particolare, hanno concordato di accelerare l’attuazione dellaAutostrada transafricana Tangeri-Lagos e per raggiungere il Gasdotto Nigeria-Maroccoevidenziando le opportunità offerte da questo progetto. I due leader hanno anche sottolineato i benefici economici che genererà una volta completato, in particolare per i paesi che attraverserà, consolidando così la cooperazione regionale e globale nel campo dell’energia.

Una risposta alle sfide energetiche e ambientali

La GAA costituisce una risposta concreta al crescente fabbisogno energetico dell’Africa occidentale. Collegando le economie alle moderne infrastrutture energetiche, si contribuisce a colmare i deficit energetici cronici riducendo al contempo il gas flaring, una pratica dannosa per l’ambiente. Il gas naturale, considerata un’energia di transizione, ridurrà le emissioni di gas serra sostituendo fonti energetiche più inquinanti come carbone e petrolio.

Meccanismi rigorosi, comprese le valutazioni di impatto ambientale e sociale (ESIA), sono stati integrati fin dalle prime fasi del progetto per garantirne l’allineamento con gli standard internazionali di sostenibilità. Inoltre, il progetto contribuisce direttamente al raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Africa garantendo al tempo stesso un accesso affidabile all’energia moderna per milioni di persone.

Una leva per lo sviluppo socio-economico

I benefici socioeconomici della GAA sono immensi. Oltre al reddito generato dal transito del gas, il progetto stimolerà lo sviluppo delle aree rurali attraverso l’accesso all’energia, creerà migliaia di posti di lavoro lungo il suo percorso e promuoverà il trasferimento di tecnologie e competenze. . Rappresenta un’opportunità unica per i paesi attraversati di accelerare il loro sviluppo economico integrandosi al tempo stesso in una promettente dinamica regionale.

Per la Nigeria, questo progetto apre un nuovo accesso ai mercati europei, diversifica le sue rotte di esportazione e massimizza la valorizzazione delle sue risorse naturali. Per i paesi ECOWAS, simboleggia un passo importante verso l’autonomia energetica collettiva e una maggiore integrazione economica nel quadro dell’Area di libero scambio continentale africana (AfCFTA).

Un progetto sostenuto da una forte volontà politica

Il gasdotto Africano Atlantico è il risultato di una convergenza di una forte volontà politica, incarnata da Sua Maestà il Re Mohammed VI e dai leader dei paesi partner. Questo progetto riflette la visione reale di un continente africano unificato, resiliente e prospero. L’ECOWAS ha svolto un ruolo chiave nel garantire un solido quadro di cooperazione e mobilitare i paesi membri attorno a un’ambizione comune.

Inoltre, questo gasdotto incarna una chiara strategia geopolitica: rafforzare i collegamenti tra l’Africa sub-sahariana e il Nord Africa posizionando il continente come attore chiave nella transizione energetica globale. Diversificando le rotte di approvvigionamento del gas per l’Europa, si contribuisce anche a stabilizzare i mercati energetici internazionali.

Un’ispirazione per il futuro dell’Africa

La GAA è molto più di un progetto energetico: è una dichiarazione di intenti sul futuro del continente. Grazie al rafforzamento della cooperazione regionale e al sostegno di partner tecnici e finanziari internazionali, potrebbe diventare un modello per altri progetti strutturanti in Africa.

Combinando sostenibilità, innovazione e integrazione regionale, il gasdotto atlantico africano apre la strada a un’Africa più resiliente, autonoma e prospera. Dimostra che progetti ambiziosi possono non solo affrontare le attuali sfide energetiche, ma anche trasformare le realtà economiche e sociali del continente.

Mentre l’Africa aspira a diventare un attore centrale nella transizione energetica globale, la GAA si pone come catalizzatore del cambiamento e simbolo di ciò che il continente può ottenere unendo le forze attorno a obiettivi comuni.

Collegando la Nigeria al Marocco e all’Europa attraverso una rotta strategica, la GAA è un progetto fondamentale per l’integrazione energetica africana e la cooperazione internazionale. Riflette una visione audace di trasformazione regionale e un impegno per la sostenibilità energetica. Tuttavia, per mantenere le sue promesse, il progetto deve adattarsi alle mutevoli dinamiche del mercato energetico globale. Ciò include la necessità di integrare tecnologie avanzate, garantire forti partenariati e allineare i propri obiettivi con le priorità degli attori internazionali, soddisfacendo al tempo stesso il crescente fabbisogno energetico dei paesi africani.

In conclusione, si può considerare che l’African Atlantic Gas Pipeline non è solo un’infrastruttura energetica, ma un simbolo dell’unità africana di fronte a una riconfigurazione geopolitica globale. In un contesto in cui la politica energetica americana sta ridefinendo le priorità del mercato, questo progetto ha il potenziale per posizionare l’Africa come attore chiave nella transizione energetica globale, rafforzando al contempo la sua integrazione regionale e promuovendo una crescita sostenibile a beneficio delle sue popolazioni. .

Di

Mohamed H’MIDOUCHE è un banchiere internazionale con 47 anni di esperienza dedicati al progresso economico e sociale dell’Africa. È il fondatore e amministratore delegato di Inter-Africa Capital Group (IACG), una società di consulenza strategica. Ha ricoperto diversi incarichi chiave presso la Banca africana di sviluppo (AfDB) ed è consulente internazionale delle Nazioni Unite. È anche Console Onorario della Repubblica di Capo Verde in Marocco, Vicepresidente Esecutivo dell’Accademia Diplomatica Africana (ADA), Amministratore dell’African Institute of Governance e membro attivo di diverse organizzazioni economiche e diplomatiche, come l’Associazione Marocchina di Economisti aziendali (AMEE), l’Istituto marocchino di intelligence strategica (IMIS) e l’Istituto marocchino di relazioni internazionali (IMRI).

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