Inoltre, Tabaski Ngom ha fatto nuove rivelazioni, prendendo di mira direttamente due funzionari del Ministero del Tesoro. Affermava che quest’ultimo avrebbe voluto sacrificarla quando fossero venuti alla luce altri casi di appropriazione indebita. Resta da vedere se queste accuse siano vere oppure no. In tutti i casi è stata aperta un’indagine giudiziaria.
Libération, nella pubblicazione odierna, ci informa che lunedì Tabaski Ngom è stato affrontato da Mbaye Ngom e Soundou Ngom, due autisti del deputato Moustapha Diop.
Come promemoria, ha affermato di aver ceduto parte dei fondi sottratti sotto forma di prestiti a Moustapha Diop, citando i suoi due autisti come testimoni. Questi ultimi però hanno negato categoricamente queste accuse, spiegando che Tabaski Ngom aveva semplicemente distribuito loro delle magliette per attività politiche. Quando gli inquirenti le chiesero se avesse prove, come dimissioni, che attestassero tali sconti, lei rispose negativamente. In questa fase gli unici elementi concreti che emergono riguardano i bonifici effettuati a favore dell’imprenditore Mor Guèye.
L’appropriazione indebita accusata di Tabaski Ngom risale al suo periodo ad Aprosi, ben prima del suo periodo al CRSE. A quel tempo avrebbe avuto transazioni finanziarie discutibili con l’ex ministro in carica, Moustapha Diop.
In una lettera di diffida indirizzata a quest’ultimo e consegnata dall’ufficiale giudiziario il 13 dicembre, Tabaski Ngom reclama una somma di 50 milioni di FCFA, che sostiene di aver prestato al ministro per “risolvere un’emergenza”, dietro promessa di rimborso. entro 72 ore dall’allora direttore generale, Momath Ba.
La lettera, resa pubblica da Pressafrik, specifica che questi soldi sono stati oggetto di una controversia, richiedendo l’intervento di Momath Ba per allentare le tensioni. Questi eventi risalgono a marzo e aprile 2024, poco prima che Momath Ba venisse licenziato da Aprosi e Tabaski Ngom entrasse nel CRSE.
Il DIC, su mandato della procura finanziaria, ha ampliato le sue indagini, che hanno portato alla citazione e alla custodia di Momath Ba, lunedì scorso, dopo una lunga udienza nei locali del DIC.
Secondo informazioni esclusive da L’Osservatoreil suo arresto si basa su “prove serie e coerenti”. Le stesse fonti giudiziarie aggiungono che l’arresto di Momath Ba, ex direttore generale di Aprosi, mette in luce una vasta rete di transazioni finanziarie dubbie, che combinano appropriazione indebita di fondi pubblici, prestiti non restituiti e sospetti di collusione politica. Una vicenda esplosiva, soprattutto perché audio e documenti compromettenti, ora nelle mani dell’autorità giudiziaria, potrebbero essere affrontati dagli imputati nelle prossime fasi delle indagini.