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Il rettore della grande moschea di Lione chiede a Emmanuel Macron di revocare la sanzione contro Al-Kindi

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L’avvocato del polo scolastico di Décines (un sobborgo di Lione), che conta 620 studenti dalle elementari alle superiori, ha annunciato un ricorso amministrativo dopo la decisione della prefettura del Rodano di rescindere il contratto che lega l’istituto musulmano all’Educazione Nazionale.

I difensori della scuola Al-Kindi lanciano ora un appello al capo dello Stato. In un comunicato stampa datato domenica, il presidente del consiglio delle moschee del Rodano, Kamel Kabtane, ha precisato di aver scritto a Emmanuel Macron per chiedergli di riesaminare la situazione di questo stabilimento musulmano privato sotto contratto situato a Décines, nel periferia est di Lione. Colui che è anche rettore della grande moschea di Lione esorta il presidente della Repubblica a rivedere la decisione del prefetto, Fabienne Buccio, di rescindere il contratto di questo gruppo scolastico con 620 alunni dalle elementari all’ultima classe.

Questa decisione fa seguito a un’udienza contraddittoria tenutasi a dicembre nella prefettura del Rodano, a Lione. È stata convocata a seguito di un deferimento prefettizio che indicava la presenza di opere islamiste radicali nella biblioteca del liceo. I servizi statali avevano anche individuato norme interne ritenute discriminatorie o commenti fatti online da un professore, ritenuti contrari ai valori della Repubblica. La valutazione della prefettura si è basata su un rapporto di sei ispettori intervenuti nel liceo in aprile, evidenziando queste carenze. Quest’ultimo aveva notato anche significative lacune nell’insegnamento del conflitto israelo-palestinese, delle due guerre del Golfo e della memoria della Shoah.

Un ricorso amministrativo

“Lungi dall’essere una serie di fatti isolati, questi difetti e disfunzioni presi insieme dimostrano una vicinanza degli stabilimenti di Al-Kindi con il pensiero dei Fratelli Musulmani, il cui progetto è contrario ai valori della Repubblica”la prefettura ha infine stimato di motivare la sua decisione all’inizio di gennaio. L’avvocato di Al-Kindi, il sig.e Sefen Guez Guez ha poi sostenuto, al Figaro in particolare, che le critiche della prefettura erano state prese in considerazione e avevano subito modifiche già prima dell’udienza di dicembre.

Denuncia quello che difende anche il liceo Averroès di Lille e il collegio Avicenne di Nizza “un doppio standard” rispetto ad altri istituti religiosi, citando in particolare l’esempio del liceo Stanislas di Parigi. Quest’ultimo “è stato in grado di mantenere il suo accordo rispettandolo”sottolinea l’avvocato, ricordando anche le buone valutazioni di Al-Kindi negli anni precedenti. Ha annunciato ricorso al tribunale amministrativo.

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“Un gesto forte” chiesto a Emmanuel Macron

Intanto è quindi questa volta attraverso la voce di Kamel Kabtane che i sostenitori di Al-Kindi denunciano “ingiustizia” e «disparità di trattamento”. Rivolgendosi direttamente al capo dello Stato, il rettore della grande moschea di Lione glielo chiede “riesaminare questa situazione” da a “Un gesto forte per riaffermare i principi di equità e giustizia che devono prevalere nel nostro Paese”specifica l’AFP.

Si vanta ad Al-Kindi “un modello di eccellenza” con “insegnamento di qualità e pedagogia rigorosa”. L’ultimo liceo musulmano sotto contratto in Francia era infatti noto per il suo diploma di maturità al 100%. Anche Kamel Kabtane ha chiesto la mobilitazione finanziaria dei fedeli e ha annunciato una colletta il primo venerdì del mese di Ramadan, alla fine di febbraio.

La perdita del contratto con l’Educazione Nazionale e le conseguenti sovvenzioni (circa 1,6 milioni di euro) fanno temere per la sopravvivenza dell’istituto. Finora una raccolta fondi online ha già raccolto donazioni per 170.000 euro.

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