UNopo due anni di attesa, è stato alzato il velo sul contenuto della riforma del Codice della Famiglia nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 24 dicembre 2024.
Il ministro degli Affari islamici, Ahmed Toufiq, è tornato sulla metodologia di lavoro degli ulema, chiamati da Mohammed VI a pronunciarsi sui punti cruciali della riforma. Abdellatif Ouahbi, ministro della Giustizia, ha elencato le principali misure che definiscono i contorni della riforma: matrimonio di minorenni, eredità, poligamia, divorzio, tutela… Pur precisando che numerose disposizioni, condizioni ed eccezioni saranno chiarite nel nuovo testo di legge, che riguarderà la revisione di 139 disposizioni.
Nel campo dei cosiddetti conservatori le reazioni hanno inondato i social network, denunciando una riforma che tradirebbe l’identità del Paese. Al contrario, tra i progressisti, deploriamo una riforma considerata troppo timida. È il caso di Latifa Jbabdi, fondatrice dell’Unione di Azione delle Donne (UAF), che è alla sua terza riforma della Moudawana: la prima nel 1993, con una riforma del Codice dello Statuto Personale, per la quale aveva raccolto più di un milione di firme, e la seconda nel 2004. Per questo ex politico ed esperto attivista di base, la nuova riforma introduce certamente nuove conquiste, ma purtroppo si limita a “semi-soluzioni”.
ASI : Il 24 dicembre sono state svelate le grandi linee della riforma. Come hai reagito a questi annunci?
Latifa Jbabdi: La mia prima sensazione, senza nascondere nulla, è stata un’amara delusione. Molti di noi ritenevano che le condizioni fossero sufficientemente favorevoli per una riforma più profonda, quindi eravamo molto ottimisti. L’approccio partecipativo e il processo di consultazione ci hanno dato molte speranze. Ci si aspettava una riforma che stabilisse pienamente i rapporti all’interno della famiglia sulla base dell’uguaglianza. Tuttavia, questa riforma non è globale, ma parziale.
“Il principio di uguaglianza purtroppo non è stato preso in considerazione come principio guida nella riforma della Moudawana”
Latifa Jbabdi
La poligamia non è ancora abolita, poiché viene mantenuta nel caso in cui la donna non può avere figli, e viene mantenuto il potere discrezionale del giudice per il matrimonio di minorenni di 17 anni.
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