A Gaza i palestinesi esultano. Dopo le 15 mesi di guerra e più di 46 000 abitanti di Gaza sono stati uccisi, secondo il ministero della Sanità di Hamas, in questo cessate il fuoco accettato da Israele e Hamas, mercoledì 15 gennaio sembrava loro inaspettato. Questo accordo, che dovrebbe entrare in vigore domenica, mette fine a tutto questo un anno e mezzo di guerra innescata dall’attacco terroristico di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023.
Mercoledì sera davanti agli ospedali di Gaza si sono verificate scene di giubilo. Una folla di palestinesi, che di solito accoglieva i morti e i feriti, ha celebrato questo accordo di cessate il fuoco. I sorrisi sostituirono le lacrime.
Alcuni abitanti di Gaza, come Baraa, non riescono a contenere la gioia: “Ripuliremo le macerie e ricostruiremo Gaza che sarà ancora più bella di prima. Sto con una bambina, è la figlia di un martire. Qui ci sono giovani, alcuni meno giovani, ma inizieremo tutti a ricostruire perché Gaza è dentro di noi. Noi siamo quelli che hanno sopportato questa guerra, quelli che hanno perseverato. Niente è dovuto a nessuno, a nessun leader, a nessun paese.
Ci sono canzoni, tante emozioni. Giornalisti di Gaza che, in diretta televisiva, si tolgono i giubbotti antiproiettile. Jennah, residente a Deir al Balah, pensa soprattutto alle persone care che potrà ritrovare: “Siamo felici, ma i miei figli mi mancano già da un anno e quattro mesi… Sono nel sud di Gaza. Altri miei figli sono stati uccisi, sono martiri. Non li rivedrò più. Organizzerò una riunione, un momento di cordoglio”.
“Anche se sono sollevato dal fatto che ci sia un cessate il fuoco, sono sopraffatto dalla tristezza per aver perso i miei figli e la mia casa”.
Sul posto, tutti questi abitanti di Gaza lo sanno: questo è solo il primo passo. Quella dei bombardamenti che sperano finisca presto.
Per il momento ci sono ancora i droni in cielo e in molti ammettono, al telefono, di essersi persi, sconvolti e di non sapere se crederci davvero. “Voglio piangere, ma non ho abbastanza lacrimeconfida Fadi, dottore. Passarono quaranta milioni di secondi, e per cosa? E ogni secondo che passava, i nostri cuori erano sempre più lacerati dal dolore e dalla tristezza nel vedere ciò che abbiamo sofferto a Gaza”.
Perché ci sarà anche l’orrore della scoperta, quello di vedere l’entità dei danni e questa distruzione totale della Striscia di Gaza.
Le reazioni dei palestinesi e degli abitanti della Striscia di Gaza al microfono di Alice Froussard e Mohammad Ebeid
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