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Dalifort indica la strada – Lequotidien

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Reintegrare socialmente i giovani che hanno abbandonato gli studi, questo è ciò che è riuscita a fare l’associazione “Sunu Cossan Sunu Doole” del comune di Dalifort. A margine della IV edizione dell’omonimo festival, l’associazione ha condiviso la propria esperienza. Di Amadou MBODJI –

La cultura può essere una terapia, un mezzo di reinserimento sociale. Non è l’associazione “Sunu Cossan Sunu Doole” a dire il contrario per aver avuto l’idea riuscendo a reintegrare socialmente i giovani che avevano infranto il loro divieto nel comune di Dalifort. La quarta edizione del Festival “Sunu Cossan Sunu Doole” è servita da forum per l’associazione per condividere la propria esperienza. “Abbiamo un progetto per il reinserimento sociale dei giovani ai margini della società. Il reinserimento sociale non riguarda solo i detenuti, ma ci sono altre persone che hanno bisogno di essere reintegrate. Alcuni che viaggiano da molto tempo e che, una volta tornati, hanno perso i loro riferimenti culturali, li aiutiamo a ritrovare questi riferimenti. Per questo ci siamo detti: perché non realizzare questo progetto di reinserimento sociale e di educazione culturale”, spiega Fallou Mendy, responsabile della comunicazione dell’associazione “Sunu Cossan Sunu Doole” (la nostra cultura, la nostra forza). in francese). La quarta edizione del festival omonimo organizzato dall’associazione e che si è concluso il 31 dicembre sulla spianata della città di Dalifort, dopo 72 ore di eventi culturali, è stato il momento per sottolineare questa iniziativa. Questi giovani ai margini della società sono stati formati alle professioni culturali per deviarli dal percorso che avevano intrapreso e questo spiega perché sono in contraddizione con la loro comunità. “L’associazione è riuscita a reintegrare nove persone che vivevano ai margini della società. Il loro modo di vivere non piaceva alle loro famiglie e alla popolazione, siamo riusciti a reintegrarli socialmente, formandoli a professioni come la danza e ad essere percussionisti”, continua Fallou Mendy. Osservazioni confermate dal segretario generale dell’associazione. “Oggi siamo felici. Abbiamo recuperato non pochi giovani che praticavano pratiche poco salutari, ma li abbiamo recuperati”, dichiara Jean-Marie Diatta, segretario dell’associazione “Sunu Cossan Sunu Doole”. L’associazione afferma inoltre di essere riuscita a convincere i giovani a rinunciare all’emigrazione irregolare sensibilizzandoli affinché possano viaggiare attraverso canali legali. Gli artisti che si sono esibiti all’inaugurazione dello Stadio Abdoulaye Wade provenivano dalla città di Dalifort, secondo gli organizzatori che sono entusiasti dell’impatto che questo progetto ha sui giovani.
Alassane Diallo, presidente dell’associazione, sottolinea che il nome dell’associazione riflette la forza contenuta nella cultura. “Il nome della nostra associazione riflette che la nostra forza è la cultura, e anche se invertiamo il nome della nostra associazione, ciò equivale a dire che la cultura è la nostra forza”, ammette Alassane Diallo. Organizzato da quattro anni, il festival è anche un modo per promuovere l’esperienza degli artigiani di Dalifort che hanno mostrato il loro sapere attraverso una mostra sulla spianata della città. Organizzata per 72 ore, in collaborazione con il municipio della città, la 4a edizione del festival “Sunu Cossan Sunu Doole”, chiusasi il 31 dicembre, ha visto uno spettacolo con l’esibizione di artisti della città.
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