Claude Allègre, ex ministro dell’Istruzione nazionale, geochimico e figura dello scetticismo climatico in Francia, è morto sabato 4 gennaio, all’età di 87 anni. Diversi leader politici hanno reso omaggio alla sua memoria, tra cui il primo ministro François Bayrou, che
Questi tributi, tuttavia, oscurano un aspetto centrale della sua eredità: il suo impegno nella diffusione dello scetticismo climatico, che ha avuto un impatto duraturo sul dibattito pubblico in Francia. Figura di spicco della protesta, Claude Allègre si è opposto, con una comunità scientifica unanime, alla realtà del cambiamento climatico e alla sua origine antropica. Attraverso le sue posizioni pubbliche, ha propagato una retorica che ha ostacolato gli sforzi per aumentare la consapevolezza e agire sull’emergenza climatica. Non lo era « solo contro tutti »ma contro l’interesse di tutti.
Argomentazioni ampiamente confutate
Dagli anni 2000 in poi, nei suoi scritti e dichiarazioni – ampiamente riportati dai media – ha cercato di screditare il consenso scientifico sul riscaldamento globale causato dall’uomo, considerandolo un pericolo immaginario inventato dalle lobby e qualificando il rapporto dell’IPCC « falso allarme ». Il suo libro L’inganno climatico (2010), in cui accusava i climatologi di servire a « mafia e sistema totalitario »ha avuto un impatto notevole: ha offerto retorica e argomenti a coloro che si rifiutavano di vedere l’emergenza climatica, dando così alla loro inerzia una patina pseudo-scientifica.
Pieno di errori fattuali e dati manipolati, è stato ampiamente confutato dagli specialisti del clima. L’Accademia delle Scienze fu addirittura costretta a pubblicare un rapporto ufficiale in cui respingeva categoricamente le tesi di Claude Allègre. Adottato all’unanimità, questo documento conclude che il riscaldamento globale è effettivamente di origine antropica. Alcuni mesi prima, 600 scienziati guidati da Valérie Masson-Delmotte denunciavano, in una lettera aperta indirizzata ai loro supervisori, gli attacchi sistematici del geochimico contro i climatologi e la loro etica. Ciò non gli ha impedito di insistere.
Come altri personaggi controversi, da Didier Raoult a Daniel Husson – che è in cima alla classifica delle vendite di libri della Fnac e le cui argomentazioni clima-scettiche trovano oggi un pubblico preoccupato ma disorientato – Allègre ha sfruttato la volontà di dover «unico genio» minare la credibilità del consenso scientifico, a scapito del bene comune.
L’idea di «solo contro tutti» trova le sue radici in figure come Galileo o Einstein. Ma questa visione è una distorsione romantica della storia della scienza. Mentre gli individui isolati possono creare scoperte rivoluzionarie, la scienza avanza collettivamente, attraverso la convalida, la confutazione, la collaborazione e il miglioramento delle idee. Alla fine, è sempre la forza del consenso scientifico, costruito su prove concrete, a trionfare.
Mercanti di dubbio
Claude Allègre non era un Galileo moderno, ma un uomo che si batteva attivamente contro questo processo collettivo. Le sue critiche agli scienziati del clima non erano contributi al dibattito scientifico. Si trattava piuttosto di spettacolo mediatico e di disinformazione, un fenomeno che osserviamo ancora oggi con autori come Daniel Husson, il cui successo editoriale alimenta dubbi infondati.
IL «solo contro tutti» non si limita a distorcere la percezione della scienza: ha conseguenze concrete. Attribuendo un credito sproporzionato a voci isolate e contestate, indeboliamo la fiducia nelle istituzioni scientifiche e rafforziamo l’inazione di fronte alle emergenze collettive. Questa dinamica ha avuto un profondo impatto sulla lotta contro il cambiamento climatico in Francia. Claude Allègre ha alimentato la sfiducia e la confusione pubblica: descrivendo gli scienziati del clima come allarmisti e minimizzando le responsabilità umane, ha contribuito a legittimare l’inazione politica.
Ancora oggi questa sfiducia persiste. Secondo il barometro Ademe e vari studi, da 30 a 40Il % dei francesi sarebbe scettico sul clima. Un dato in continua crescita. Questo persistente scetticismo è una delle eredità di Allègre.
Omissione e minimizzazione
Rendendo omaggio a quest’uomo senza menzionare questa parte essenziale del suo percorso, François Bayrou e parte della classe politica non dimenticano: promuovono, indirettamente, una posizione intellettuale che ha contribuito a indebolire la risposta collettiva a quella di le più grandi sfide del nostro secolo. Questo tributo illustra anche, implicitamente, una tendenza politica a mettere in prospettiva le responsabilità. François Bayrou minimizza regolarmente ciò che la Francia può realizzare di fronte a questa crisi globale, soprattutto rispetto alle emissioni della Cina. [1]dimenticando la responsabilità storica della Francia: se sommiamo le emissioni cumulative da allora XVIIIᵉ secolo, la Francia è uno dei primi 10 paesi con le emissioni più elevate.
Ciò non vuol dire negare gli altri aspetti della carriera di Claude Allègre, che aveva ricevuto numerosi prestigiosi premi scientifici per i suoi contributi alla scienza geologica, tra cui la medaglia d’oro di CNRS nel 1994. Ma questi successi non possono cancellare la responsabilità della Francia nella sfiducia e nell’inazione sul clima in Francia. Ignorare questo aspetto, o peggio, considerare il proprio scetticismo climatico come prova di indipendenza di pensiero, è una colpa politica e morale.
Diciotto giorni dopo essersi recato al consiglio comunale di Pau, città di cui è sindaco, a bordo di un jet Dassault Falcon 7X, voltando le spalle a una riunione di crisi dedicata a Mayotte, appena spazzata via dal ciclone Chido, François Bayrou avrebbe potuto astenersi . Nel suo comunicato stampa, l’Eliseo, da parte sua, ha preso atto delle posizioni scettiche sul clima di Claude Allègre.
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