Già condannato per questo caso di pagamenti nascosti, Donald Trump è già certo di non ricevere una pena detentiva.
Il presidente eletto americano Donald Trump, condannato in primavera da un tribunale penale di New York per pagamenti nascosti a una porno star, riceverà la sua condanna il 10 gennaio, che non sarà una pena detentiva, ha annunciato il giudice che ha presieduto questo storico processo. Donald Trump deve “comparire per la sua sentenza, a seguito della sua condanna, il 10 gennaio 2025”ha ordinato venerdì il giudice Juan Merchan in un’ordinanza, precisando che non era così “incline a imporre una pena detentiva” all’uomo che il 20 gennaio compirà 47 annie presidente degli Stati Uniti.
Il condannato potrà comparire di persona in tribunale, presso il tribunale nel sud della grande isola newyorkese di Manhattan, oppure a distanza tramite video, ma dovrà far valere le sue “preferenza” entro domenica, ha detto il magistrato. Donald Trump, dal canto suo, ha denunciato sul suo Truth Social un “attacco politico illegittimo [qui] non è altro che una farsa».
Il 30 maggio, dopo sei settimane di processo in piena campagna elettorale, in un clima elettrizzante, è stato il primo ex presidente americano ad essere condannato penalmente. La giuria del tribunale di Manhattan, dipendente dalla giustizia locale dello Stato di New York, lo aveva ritenuto colpevole di 34 capi di imputazione per pagamenti nascosti a una porno star, Stormy Daniels, effettuati poco prima delle elezioni presidenziali del novembre 2016. I tribunali hanno condannato lui di “falsificazione contabile aggravata per nascondere un complotto volto a pervertire le elezioni del 2016” che ha vinto contro la democratica Hillary Clinton.
Accuse di “caccia alle streghe”
Secondo i giudici, questi 130.000 dollari pagati a Stormy Daniels, vero nome Stephanie Clifford, dovevano incoraggiarla a tacere su un breve incontro sessuale avvenuto nel 2006, quando Donald Trump era già sposato con Melania, allora incinta del loro figlio. L’interessato nega qualsiasi rapporto sessuale. Dopo mesi di appelli e la vittoria alle elezioni presidenziali del 5 novembre, il campo di Trump non è riuscito a ribaltare questo storico verdetto sulla base dell’immunità presidenziale.
Steven Cheung, portavoce di Donald Trump, ha denunciato venerdì a “attacco diretto alla decisione della Corte Suprema sull’immunità” presidenziale, in un comunicato stampa. Quest’ultimo si riferisce alla decisione dell’alta corte americana che ha riconosciuto a luglio una presunzione di immunità molto ampia per il presidente degli Stati Uniti. Steven Cheung ha criticato ancora “caccia alle streghe” e altri “bufale” orchestrato secondo lui dall’amministrazione uscente del presidente democratico Joe Biden.
Gli avvocati del prossimo presidente, che dovrebbero essere i suoi futuri numeri due, tre e quattro del Dipartimento di Giustizia, hanno presentato quest’autunno l’ennesimo ricorso contro il verdetto di Manhattan, invocando lo status presidenziale del loro cliente. Il giudice Merchan ha quindi chiesto all’accusa e alla difesa di accertare l’accaduto “disposizioni” e non “pesare” sulla seconda presidenza Trump. Il pubblico ministero di Manhattan Alvin Bragg, che ha indagato sull’intero caso, ha proposto di non condannare il miliardario a “pena della carcerazione” o quello “la procedura è sospesa durante il mandato” di quattro anni, ossia fino al 20 gennaio 2029.
Related News :