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Gli Stati Uniti sostengono il diritto dei Türkiye di combattere il PKK

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AA / Washington / Rabia Iclal Turan

Gli Stati Uniti hanno riaffermato il riconoscimento del “diritto legittimo” del Turkiye a combattere il PKK, evitando di affrontare la questione del ramo siriano del gruppo terroristico, l’YPG, con il quale gli Stati Uniti si associano per combattere Daesh in Siria.

“Comprendiamo il diritto legittimo del Türkiye di combattere un’organizzazione terroristica designata”, ha affermato Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato. Ha aggiunto che Washington continua a designare il PKK come un’organizzazione terroristica.

Interrogato da Anadolu sull’YPG, il ramo siriano del PKK che Turkiye e gli Stati Uniti hanno entrambi designato come organizzazione terroristica, Matthew Miller ha eluso la domanda.

“Preferirei parlare del PKK. Rispettiamo il diritto di combattere questa organizzazione”, ha aggiunto.

Il portavoce del Dipartimento di Stato ha sottolineato che la Siria si trova attualmente in uno stato “fragile”.

“Non vogliamo vedere nessuna parte intraprendere alcuna azione per perseguire i propri interessi unilaterali a scapito degli interessi più ampi del popolo siriano”, ha affermato.

Matthew Miller ha anche difeso la partnership degli Stati Uniti con le Forze Democratiche Siriane (SDF) guidate dalle YPG, affermando che svolgono un ruolo importante nella lotta contro Daesh.

“È nell’interesse di Turkiye, del popolo siriano e di tutti i paesi della regione che lo Stato islamico non ritorni in prima linea e che i combattenti dello Stato islamico detenuti dalle SDF non vengano rilasciati”, ha affermato.

Matthew Miller ha sottolineato il continuo impegno con i funzionari turchi, affermando che si tratta di “una questione estremamente difficile, sulla quale continua la collaborazione con le controparti turche”.

Alla domanda sul perché gli Stati Uniti non stanno prendendo in considerazione la possibilità di cooperare con il loro alleato dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), Turkiye, piuttosto che con l’YPG per combattere l’ISIS, Matthew Miller ha risposto: “Ne abbiamo discusso con il nostro alleato della NATO e abbiamo cercato di trovare la migliore via da seguire. .”

E continua: “Ciò che cerchiamo di evitare è che la Siria non ricada nella lotta settaria appena uscita da un regime, quello di Bashar al-Assad, che ha presieduto una brutale guerra civile durata diversi anni. Non vogliamo vedere azioni che destabilizzerebbero ulteriormente la situazione.

Alla domanda di Anadolu se queste azioni includessero quelle di Israele, come l’espansione della costruzione di insediamenti nel Golan siriano occupato e il bombardamento di varie parti della Siria, ha detto che includono “tutte le parti della regione”, senza però nominare esplicitamente Israele.

Ha poi difeso la cattura da parte di Israele della zona cuscinetto smilitarizzata sulle alture di Golan siriane, dicendo di aver fatto questo passo perché ha visto l’esercito siriano ritirarsi dall’area e che ciò ha creato un vuoto che potrebbe essere riempito da gruppi che Israele e gli Stati Uniti considerano gruppi terroristici.

“Hanno detto che era temporaneo”, ha detto.

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