Una trovata comunicativa riuscita? In ogni caso, se così fosse, la scommessa sarebbe andata a buon fine. Il collettivo di femministe senegalesi è infatti riuscito ad attirare l’attenzione degli internauti. In un post pubblicato sul social network il 16 dicembre alle 12:53, il collettivo ha annunciato l’organizzazione di un sit-in, intitolato Freedom Day, il cui codice di abbigliamento è: “nudo”. Questo sit-in, intitolato “Taatou Nene” in wolof, è previsto per il 31 dicembre 2024 e mira a protestare contro la cultura dello stupro, a chiedere l’applicazione del Protocollo di Maputo e a chiedere la pace. La location resta però da confermare.
Un’iniziativa che non ha mancato di suscitare reazioni. Un internauta di nome Mustafa ha denunciato l’importazione di una cultura. “La cultura occidentale importata per farsi ascoltare in Senegal? Queste sono le conseguenze quando dipendiamo dai finanziamenti di ONG come Oxfam, ecc. Non accetteremo la pornografia in Senegal. Puoi farlo a casa. Boulein oum suñu réew. Combatteremo questo protocollo di Maputo. »
Fatoumata Traoré ha reagito così: “Vuoi importare il movimento #MeToo in Senegal? Se vuoi depravarti, puoi andare nei paesi occidentali, non ti tratterremo. Invece di lottare per vere cause femministe, screditi te stessa con tali azioni! »
Senegal
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