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Al processo per l'assassinio di Samuel Paty, requisizioni riviste al ribasso – Libération

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Giustizia

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Condanne da diciotto mesi con sospensione condizionale a sedici anni di reclusione sono state chieste questo lunedì 16 dicembre dalla Procura nazionale antiterrorismo, che ha in particolare rinunciato alla complicità nell'omicidio dei due amici d'infanzia dell'assassino, suscitando le ire degli avvocati delle parti civili.

Occorreva innanzitutto giustificare la serie di riqualificazioni che sarebbero seguite. “Accusare significa assicurare, senza debolezza ma senza eccessi, la repressione individualizzata dei crimini commessi da ciascuna persona. Accusare significa cercare l'incriminazione non necessariamente più alta ma più giusta. ha subito chiarito il procuratore generale, Nicolas Braconnay, primo dell'accusa a due teste a lanciare. Al termine di una giornata di analisi delle accuse contro gli otto imputati deferiti alla Corte d'assise di Parigi appositamente composta per il loro coinvolgimento nell'assassinio di Samuel Paty, la procura nazionale antiterrorismo (Pnat) ha chiesto condanne da diciotto mesi sospesi a sedici anni di reclusione penale. Richiedendo la riclassificazione al ribasso di parte degli oneri.

Date le aspettative della famiglia e il clamore mediatico, è stato prima necessario seguire un corso di diritto essenziale. Di fronte a una stanza affollata, il procuratore generale ha differenziato il capo “complicità nell’assassinio terroristico”, che richiede ai complici la conoscenza del delitto preparato, dell'“associazione per delinquere terroristica”, che non lo richiede. Anzi punto centrale perché durante i dibattiti non c'è momento

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