In Mali, gli annunci del fine settimana dei leader dell’Alleanza degli Stati del Sahel (AES) e dell’ECOWAS stanno scatenando un dibattito nel paese, dove alcuni si interrogano sull’opportunità di un divorzio.
Se domenica (15.12) l’istituzione subregionale ha espresso ancora una volta la volontà di lasciare Mali, Niger e Burkina Faso, ciò lascia a quest’ultimo una porta aperta per un possibile ripensamento, entro il prossimo luglio.
Il giorno prima, il collegio dei capi di Stato dell’AES aveva, da parte sua, confermato la loro partenza, pur mantenendo le frontiere aperte a tutti i cittadini dell’area subregionale.
Transizione di sei mesi
Il 66° vertice ECOWAS è stato considerato da alcuni osservatori come “quello della separazione”. Ma in entrambi i campi le posizioni sembrano ammorbidirsi, con la transizione di sei mesi annunciata dall’organizzazione subregionale e la libera circolazione delle persone provenienti dai paesi dell’ECOWAS, così come delle loro merci, sui territori degli Stati membri dell’AES.
La blogger di Timbuktu Fatoumata Harber, comunemente conosciuta sui social come “Tinbutu Woye”, dice di aver seguito i vari annunci con molta incertezza.
Chiede se “L’AES sarà uno spazio di tre paesi dove non esisterà più la libertà di espressione, dove il cittadino non sarà più consultato su nulla che riguardi la vita della nazione? E’ soprattutto questo aspetto che mi sembra il più importante, quello che vogliamo sapere è quali saranno i cambiamenti nella nostra vita di cittadini. Come membri dell’AES avremo pace, sicurezza ed elettricità per gestire le nostre attività?
Ascolta il resoconto di Bamako…
“La famiglia Cédéao”
Per Sidi Touré, capo della comunicazione del Parena, il Partito per il Rinascimento Nazionale, dell’ex capo della diplomazia maliana Tiebilé Dramé, sarebbe opportuno che il Mali restasse “nella famiglia Cédéao”.
Lui ci crede “Il Mali è un Paese a vocazione panafricana, che ha sempre lavorato per l’integrazione subregionale. Crediamo, come tale, che il Mali debba rimanere nell’ECOWAS per il semplice motivo che siamo un Paese di immigrazione, praticamente abbiamo i nostri cittadini in tutti i paesi L’AES, nella sua qualità di organizzazione politico-militare, può rimanere all’interno dell’ECOWAS per apportare grandi cambiamenti e correggere le inadeguatezze. in modo che questa organizzazione possa rispondere ulteriormente alle preoccupazioni dei suoi cittadini-membri.
Mali, Niger e Burkina Faso sono tra i membri fondatori della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale.
La loro partenza divide anche all’interno della conferenza dei capi di Stato e di governo dell’organizzazione subregionale. Il Senegal e il Togo cercheranno di mediare fino alla fine di luglio del prossimo anno per riportarli nell’organizzazione.
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