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Coaching in Marocco: una prospettiva unica al Club del libro Le Matin

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IL allenare è una pratica in crescita, in particolare nel mondo degli affari, dove manager, dirigenti e professionisti sono alla ricerca di modi per ottimizzare le proprie prestazioni e il proprio benessere. Tuttavia, questa disciplina rimane spesso poco compresa e spesso viene ridotta a concetti semplicistici o a cliché errati.

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“Parole di allenatori dal Marocco 2024” mira a decostruire queste idee preconcette e offrire una visione più precisa e sfumata di questa disciplina. Questo nuovo lavoro, diretto dall’allenatore Mouhcine Ayoucheriunisce le testimonianze e le metodologie di 15 Allenatori marocchini. Ciascun autore, attraverso la propria esperienza professionale e personale, fornisce una chiave per comprendere le sfide e le pratiche del coaching. Tra gli autori, Omar Oukridallenatore e direttore della pole presso il Confederazione Generale delle Imprese Marocchine (CGEM)et Sofia Bencherifiallenatore e direttore generale della Allenatore della BMHhanno preso parte agli scambi e ai dibattiti durante l’incontro del “Circolo del libro“. La loro presenza ha permesso di arricchire il dibattito, fornendo ulteriori approfondimenti sui recenti sviluppi del coaching in Marocco.

Coaching profondamente radicato nel contesto marocchino

Uno dei punti di forza di “Paroles de coaches du Maroc 2024” risiede nella sua capacità di liberarsi dagli approcci standardizzati al coaching, spesso importati dall’estero, per offrire una prospettiva ancorata alla realtà marocchina. Ogni coach condivide esperienze e metodologie specifiche direttamente legate alle sfide sociali, culturali ed economiche del Paese. “Ogni allenatore è stato invitato ad attingere alla propria esperienza personale e Marocco arricchire questo libro”, spiega Mouhcine Ayouche durante il suo intervento all’incontro del “Club del Libro”. Aggiunge che questa dimensione locale conferisce all’opera una ricchezza che la distingue da pubblicazioni simili. L’obiettivo del lavoro è chiaro: mostrare che il coaching non è un metodo uniforme da applicare ovunque, ma un approccio personalizzato che deve tenere conto delle specificità di ogni individuo e di ogni contesto. A questo proposito Ayouche insiste sulla necessità di comprendere appieno il ruolo dell’ allenatore. Secondo lui l’allenatore non è né un terapeuta né un consulente. È una persona di supporto che aiuta il cliente ad attingere alle proprie risorse per raggiungere obiettivi concreti, senza la pretesa di risolvere problemi psicologici o personali profondi.

L’evoluzione del coaching nel mondo professionale

Un altro punto essenziale affrontato in Parole di allenatori dal Marocco 2024 è l’evoluzione delle aspettative dei professionisti in termini di coaching. Omar Oukridallenatore e direttore del centro del CGEM, osserva che, se in passato le richieste si concentravano principalmente su questioni organizzative come la gestione dello stress o le riunioni, oggi le aspettative dei coachee si sono ampliate. “I clienti cercano sempre più un coaching che li aiuti a sentirsi bene nel loro ambiente professionale”, sottolinea. Questo sviluppo riflette un cambiamento più profondo nelle pratiche manageriali, dove la ricerca del benessere e del significato del lavoro assume sempre più la precedenza. Oukrid ricorda, nel suo intervento all’incontro del “Club del Libro”, che i metodi di gestione autoritari, in vigore da decenni, non soddisfano più le aspettative dei profili attuali, che privilegiano rapporti umani più equilibrati e più collaborativi. Il coaching, in questo contesto, diventa una leva essenziale per supportare i manager in questa transizione verso una gestione più umana, basata sull’ascolto e sulla comprensione.

Il coaching di fronte alla digitalizzazione

IL digitalizzazione è un altro fattore importante che influenza l’evoluzione del coaching, un fenomeno ben documentato nel libro. Sofia Bencherifiallenatore e direttore generale della Allenatore della BMHevidenzia l’impatto di Pandemia di covid-19che ha accelerato l’adozione di strumenti digitali. “Prima del crisi sanitariail coaching online veniva ancora percepito con una certa riluttanza, ma la pandemia ha spinto tutti a rivedere le proprie abitudini”, spiega. Precisa che, se da un lato le sessioni a distanza hanno reso il coaching più accessibile, dall’altro hanno sollevato nuove domande sulla qualità dell’interazione. Bencherifi sottolinea che occorre prestare particolare attenzione all’equilibrio tra le sessioni online e quelle in presenza, poiché la comunicazione non verbale, essenziale per un coaching efficace, può essere compromessa durante gli scambi virtuali. Sottolinea, tuttavia, che la tecnologia digitale ha reso il coaching accessibile a un numero maggiore di persone, comprese quelle con vincoli finanziari o geografici.

Un’etica pratica essenziale

Mouhcine Ayouche insiste anche sull’importanza dell’etica nel coaching, soprattutto in situazioni eccezionali in cui i confini della pratica devono essere chiari. Prende l’esempio di Terremoto di Al Haouzdove i bisogni delle vittime erano molto lontani da quelli del coaching tradizionale. In un contesto del genere gli allenatori non sono chiamati a intervenire presso le vittime del disastro, ma possono invece fornire un valido supporto alle persone colpite. soccorritori e i volontari aiutandoli a gestire lo stress e le priorità in una situazione di crisi. Questo approccio testimonia il rigore etico che guida la disciplina del coaching, che deve restare sempre nel suo ruolo di supporto, senza sconfinare in ambiti di competenza come medicinale o il psicologia. Questo rigore e il rispetto dei limiti del coaching sono temi centrali anche del lavoro “Parole di allenatori dal Marocco 2024”. Nel corso dell’evento “Club del Libro”, un momento chiave è stato dedicato alla necessità di tutelare la professione di fronte al proliferare di coloro che si definiscono coach senza rispettare l’etica e la condotta professionale della professione. Sebbene molti coach professionisti rispettino i principi fondamentali della pratica, un numero crescente di cosiddetti esperti stanno esponendo il settore a pericolosi abusi. La questione della tutela della professione è ormai urgente, sia per gli allenatori che per i clienti. I coach devono adottare misure per garantire la loro professionalità, mentre i clienti hanno una responsabilità importante: informarsi, verificare le qualifiche dei coach che cercano e proteggersi da pratiche non professionali. È in questo contesto che il libro si pone come una guida essenziale, non solo per comprendere le sottigliezze del coaching, ma anche per sensibilizzare sull’importanza di un approccio rigoroso e responsabile nella ricerca di supporto. Un libro da leggere, quindi, non solo per esplorare le potenzialità del coaching nel mondo professionale odierno, ma anche per contribuire a evidenziare le questioni etiche e la necessità di preservare l’integrità di questa pratica in piena espansione.

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