Di Léa Mabilon
Pubblicato
ieri alle 13:24,
aggiornato alle 22:06
Venerdì François Bayrou è succeduto a Michel Barnier come primo ministro. Nel corso della sua lunga carriera politica, l’ex capo dell’UDF non ha solo stretto amicizie, anche al centro.
Dopo il rovesciamento di Michel Barnier da parte dell’Assemblea nazionale il 4 dicembre, gli succede François Bayrou. Nominato primo ministro da Emmanuel Macron, il presidente del MoDem (ed ex membro dell’UDF, Unione per la democrazia francese) si è affermato, in quasi quarant’anni, come una delle figure di spicco della politica francese. Ma nel corso della sua lunga carriera non si è fatto solo amicizie, anche all’interno del centrodestra. Nel 2007, l’ex ministro della Salute, Simone Veil, ha regolato i conti con la sua collega sulle colonne di Mondo.
Nello stesso anno, circa un mese prima delle elezioni presidenziali, colui che sosteneva il candidato Nicolas Sarkozy (del partito UMP) aveva fortemente criticato il suo rivale, anch’egli candidato a Matignon. “Bayrou, è peggio di ogni altra cosa“, ha dichiarato. Figura rispettata in politica, soprattutto per la sua lotta per i diritti delle donne, dipinse il ritratto di un uomo che considerava perfido e opportunista. “So tutto del suo passato e dei suoi successivi tradimenti“, ha detto riferendosi alla telefonata di François Bayrou a Jacques Chirac il giorno dopo la sua qualificazione al primo turno delle elezioni presidenziali del 1995, davanti al presidente uscente Édouard Balladur. Simone Veil così giudica”indecente correre così» per sostenere la concorrente di colui che tuttavia l’aveva nominata ministro dell’Istruzione.
“Ha detto che non gli importava.”
Nominato in questo incarico dal 1993 al 1997, François Bayrou ha anche annunciato, durante il suo primo anno, un progetto di riforma della legge Falloux sull’istruzione pubblica. IL Studente di Figaro spiega che si trattava di “togliere i sussidi degli enti locali a favore delle scuole private” scatenando “un grande movimento di protesta nel campo dell’istruzione pubblica, prima di essere cancellato dal Consiglio costituzionale”. In questo momento, Simone Veil lo ha affrontato. “Lui rispose che non gli importava, che voleva poter affidare i suoi figli a un istituto privato. Soprattutto ha messo in strada un milione di persone“, ha aggiunto.
Infine, la questione dell’uso del velo a scuola è stata dibattuta negli anni ’90. Ancora non risolta giuridicamente, François Bayrou, ancora ministro dell’Istruzione nazionale, ha pubblicato nel 1994 una circolare volta a regolamentare l’uso dei simboli religiosi a scuola, in modo particolarmente mirato il velo islamico. Un’iniziativa che non è piaciuta a Simone Veil, che lo ha criticato per non aver ascoltato i suoi consigli per risolvere al meglio la situazione. “Anche lì non ha voluto fare nulla e non ha risolto nulla», ha spiegato ancora Mondo nel 2007. Da notare che la legge che vieta di indossare simboli religiosi vistosi nei luoghi pubblici sarà finalmente adottata nel 2004, ponendo fine a questi dibattiti.
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