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Tagli fiscali: la svolta causata da dietro le quinte

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Tasse più basse nel Canton Vaud? Sì, ma di quanto? Questo è attualmente il grande dibattito in seno al Gran Consiglio vodese. Mentre un’iniziativa degli ambienti economici, che sicuramente verrà presentata alla popolazione nel 2025, prevede una riduzione del 12%, il Consiglio di Stato prepara un controprogetto. Tenendo conto della riduzione già concessa e di quelle future, l’obiettivo del Governo è quello di arrivare al 5% nell’intera legislatura (3,5% nel 2024 + 0,5% nel 2025, 2026 e 2027). O, almeno, lo era.

Proprio la settimana scorsa, nell’ambito del secondo dibattito sulla fiscalità, relativo in particolare ad una riduzione fiscale dello 0,5% nel 2025, il Consiglio di Stato si è dichiarato contrario a qualsiasi modifica del suo testo. Ma martedì scorso, contro ogni aspettativa, ha fatto il contrario, quando la destra ha proposto di arrivare ad una riduzione cumulativa del 7%. Votata dagli eletti, la modifica è stata poi accettata con una maggioranza risicata: 68 voti favorevoli, 59 contrari e 14 astenuti (tra cui molti socialisti).

Interrogati da “24 Heures”, diversi deputati hanno ammesso senza troppa convinzione che è stata la coppia Brouillard e Malice a lavorare dietro le quinte per realizzare questa svolta. E, infine, Mathilde Marendaz ha confermato: “Tutti abbiamo sentito l’ombra dell’influenza di Pierre-Yves Maillard e Pascal Broulis o, diciamocelo senza mezzi termini, abbiamo cortocircuitato i nostri dibattiti sul bilancio trattando questa tassa del 7% con qualche milione di CCT San”, ha detto, riferendosi all’aumento degli stipendi nel settore sanitario.

Se questa influenza, se non addirittura l’ingerenza, dei due consiglieri degli Stati in seno al Gran Consiglio non è vista di buon occhio da tutti gli eletti, la presidente dell’Esecutivo Christelle Luisier Brodard non ci vede nulla di male: “Che il Consiglio di Stato sia criticato dialogare con tutte le persone che vogliono discutere queste questioni, siano essi Broulis, Maillard, Tartempion o Bolomey, è una negazione della democrazia”. Resta il fatto che questa differenza del 2% rappresenta circa 70 milioni in meno per le casse cantonali.

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