DayFR Italian

Peccato: quando un prodotto derivato pubblicizza… un sito per adulti!

-

Era IL film atteso da tutti i fan del Mago di Ozcommedia musicale e/o lo spettacolo di Broadway a cui è ispirato. Malvagio arriva oggi nelle nostre sale e la Universal si aspetta un successo simile a quello che già conosce in altri paesi, in particolare negli Stati Uniti dove il materiale originale è un’istituzione e dove ha accumulato più di 250 milioni di dollari in pochi giorni. E per garantire il successo di questa produzione, lo studio non ha lesinato sulla promozione, compresi i prodotti derivati.

E oggi sono le bambole Barbie a portare l’immagine di Malvagio che sono al centro della polemica e che potrebbero costare alla Mattel, società proprietaria dei famosi giocattoli, la modica cifra di 5 milioni di dollari.

Diversi clienti hanno presentato una denuncia al tribunale federale della California che ha avuto una spiacevole sorpresa al momento dell’acquisto di una Barbie Malvagio. “L’11 novembre 2024, la querelante ha acquistato una bambola Wicked per sua figlia minorenne”, si legge nella denuncia. Dopo aver aperto la scatola, il figlio del querelante ha utilizzato un iPhone per visitare il sito web riportato sulla confezione del convenuto. »

Immagini Wicked n’est pas

Tranne, sorpresa, Wicked.comil sito collegato, non aveva nulla a che fare con il film di Jon M. Chu, ma portava a contenuti per adulti con molte scene esplicite messe di fronte alla minorenne. In effetti, il sito era quello della società di produzione per adulti Immagini malvagieben noto a Donald Trump.

La Mattel allora reagì immediatamente togliendo tutte le Barbie dagli scaffali e, per gli acquisti già effettuati, consigliò di buttare via la confezione o di nascondere il codice alla vista. Allora perché l’azienda finisce in tribunale? Perché i vari denuncianti ritengono che la Mattel avrebbe dovuto offrire il rimborso del prodotto, o addirittura il risarcimento dei danni. Ciò non è stato fatto, quindi il caso è diventato legale.

Una questione che la Mattel ha commentato specificando che i giocattoli erano tornati sugli scaffali con un codice corretto, che il codice stesso non era legato allo stato della Barbie, perfettamente funzionante e che le vendite effettuate prima della correzione erano minime. Adesso è in tribunale che si deciderà la vicenda.

Si noti che la Universal non ha reagito ufficialmente, ma ciò non riguarda in alcun modo lo studio che non viene mai nominato nella denuncia. Niente che possa pregiudicare il futuro successo Malvagio nelle sale quindi.

Leggi anche: