Privilegio del principe, Emmanuel Macron ha visitato la cattedrale in anteprima, pochi giorni prima della sua riapertura, venerdì 29 novembre, e ha condiviso questo momento con più di mille fortunati. “I più coinvolti”secondo una formula in uso all’Eliseo, per designare sia gli operai e i restauratori che hanno riportato in vita la cattedrale, sia i donatori più generosi che hanno finanziato questo progetto.
Nelle foto | Notre-Dame de Paris: le prime immagini dell’interno della cattedrale restaurata
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Ottocentoquarantatre milioni di euro sono stati raccolti all’indomani dell’incendio del 15 aprile 2019. Trecentoquarantamila persone hanno contribuito a questa straordinaria operazione di sponsorizzazione. Mai visto prima! È vertiginoso il trombinoscopio dei benefattori di Notre-Dame: imperatori del lusso e padrini del capitalismo, eredi e self-made men, qualche celebrità e tanti anonimi, bambini che hanno rotto il salvadanaio e pensionati che hanno attinto alla pensione, credenti e atei, cattolici, protestanti, ebrei e musulmani. E tra queste fate buone, alcune vogliono che nessuno ignori il loro contributo.
“La Fondazione Notre-Dame è il principale finanziatore del restauro della cattedrale”trionfa così l’organismo di riscossione legato alla diocesi di Parigi in un comunicato. “Abbiamo il maggior numero di donatori per Notre-Dame, 236.000 per l’esattezza”aggiunge Bertrand de Feydeau, vicepresidente della Heritage Foundation. “Non dimenticare gli americani, che hanno dato così tanto!” »esorta da New York Jean-Hugues Monier, ex membro della società di consulenza strategica McKinsey, impegnato volontariamente nella raccolta fondi negli Stati Uniti.
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Coloro che hanno accettato di confidarsi Mondopersonalmente o tramite i propri consulenti, ricordo vividamente la sera dell’incendio. In neuropsicologia si parla di “memoria flash” per designare il ricordo dettagliato di un evento significativo, come i primi passi dell’uomo sulla Luna, nel luglio 1969, o l’assassinio di John F. Kennedy, nel novembre 1963. Il 15 aprile 2019 , Jean-Jacques Aillagon era a casa nel Finistère, dove si ritira per metà settimana. L’ex ministro della Cultura (2002-2004) ha appreso la notizia del disastro davanti allo schermo televisivo. Immediatamente ha cercato di contattare François Pinault, del quale è consulente da più di vent’anni. Invitato al compleanno dell’economista Alain Minc dal ristoratore Guy Savoy, il miliardario bretone non risponde. Ha richiamato solo verso le 22,30, per informarlo di una decisione appena presa con suo figlio François-Henri: avrebbe donato 100 milioni di euro per ricostruire Notre-Dame. La sua comunicatrice di sempre, Anne Méaux, rilascia nella notte un comunicato stampa.
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