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sensibile, ma meno forte del romanzo

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Agosto 1992, nell'Est deindustrializzato della Francia. Anthony, 14 anni, trascina la noia con il cugino e prende una canoa per raggiungere una spiaggia sul lago. Questo figlio di povera gente si innamora di una ragazza borghese con la coda di cavallo, Stéph', che lo invita a una festa. È la scoperta di un mondo di privilegiati in cui l'adolescente non potrà che imbattersi, proprio come il suo miglior nemico, Hacine, figlia di immigrati. Fino a una sera della semifinale dei Mondiali di calcio, nel 1998, quando le disuguaglianze sembravano dimenticate.

Non è mai facile trasporre un'opera letteraria sullo schermo. Affrontando I loro figli dopo di loro, magnifico romanzo sull'adolescenza, il determinismo sociale, Premio Goncourt nel 2018, Ludovic e Zoran Boukherma erano attesi con impazienza. I gemelli trentenni (Teddy, L'anno dello squalo) rispettano la divisione del libro in quattro capitoli. Tuttavia, offrono una visione meno dura, concentrandosi più sulla storia d'amore dell'eroe che sulla dimensione sociale dell'opera di Nicolas Mathieu. Estetizzano perfino gli altiforni arrugginiti e il quartiere residenziale di periferia che imprigiona un po' troppo i protagonisti.

Ciò che resta è una trascrizione abbastanza accurata della noia e dei vagabondaggi dell'adolescenza. E il casting. Alle 22 anni, Paul Kircher è probabilmente qui per l'ultima volta da adolescente. Nei panni di Anthony, con l'occhio destro socchiuso sotto i capelli unti, è meno magnetico che nel ragazzo lupo Regno animale, Thomas Cailley, ma la sua interpretazione gli è valso il Premio Miglior Esordiente al Festival del Cinema di Venezia. Nei ruoli di sua madre e Hacine, Ludivine Sagnier e Sayyid El Alami sono molto veri. Gilles Lellouche, padre alcolizzato e sanguigno, incapace di comunicare, è particolarmente toccante.

2h21.

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