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Younes Sekkouri al Forum MEDays: costruire società resilienti, un imperativo globale

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I lavori della XVI edizione del Forum Internazionale MEDaysorganizzato quest’anno attorno al tema “Sovranità e Resilienza: verso un nuovo equilibrio globale“, si è conclusa sabato 30 novembre alle Tangericon la partecipazione di numerosi capi di governo.

Quattro giorni di grande intensità, il Forum ha riunito quasi 300 altoparlanti di altissimo livello da 127 paga davanti ad un pubblico di 7.000 partecipanti attorno a dibattiti volti ad approfondire il dialogo continentale e globale sul tema del consolidamento delle sovranità nazionali o regionali (istituzionali, politiche, territoriali, di sicurezza, economiche, alimentari, energetiche, sanitarie) e della costruzione di resilienza condivisa, in risposta alle molteplici sfide globali crisi.

In un mondo in piena riconfigurazione geopolitica, il discorso di Younes Sekkouri risuonò come un appello a ripensare i paradigmi di fronte alle sfide globali emergenti.

Fin dall’inizio del suo discorso ha sfidato il pubblico sulla definizione della questione chiave del nostro tempo: “Dobbiamo prepararci alla prossima pandemia?“oppure”è piuttosto nostro dovere costruire società resilienti in grado di adattarsi agli shock e alle crisi del futuro? ?”.

La differenza tra i due è notevole. Se la preparazione alla prossima possibile pandemia corrisponde essenzialmente all’attuazione di politiche infrastrutturali, la costruzione di una società resiliente va ben oltre e richiede un lavoro approfondito a livello societario, sociale ed economico.

Questa riflessione ha guidato il dibattito sulla necessità di rafforzare la capacità di resilienza e di preparazione delle società. Ritornando alle lezioni della crisi sanitaria ad essa collegata COVID 19Younes Sekkouri ha evidenziato le debolezze di molte strutture istituzionali nel mondo e ha chiesto la loro riorganizzazione per poter anticipare efficacemente le sfide future.

Per affrontare queste sfide, il ministro propone di rivisitare tre lealtà:

→Prima di tutto, fedeltà alla società dell’ordine in opposizione al società dell’egualitarismo. Due visioni opposte del mondo che coinvolgono ciascuna a modo suo il ruolo delle giovani generazioni.

Se la società dell’ordine presuppone una gerarchia, un tempo e un modo ordinato per interagire con le aspirazioni della società, la società dell’egualitarismo fa emergere le aspirazioni pressanti delle giovani generazioni che vogliono ridefinire l’ordine e raggiungere i propri obiettivi.

Risolvere questa equazione è un atto politico fondamentale nella direzione della resilienza. Una società resiliente è una società in pace con se stessa, dove le generazioni non si oppongono tra loro e dove le scelte rispettano la solidarietà intergenerazionale.

Ha chiesto una riorganizzazione delle modalità di interazione all’interno della società per rispondere meglio alle aspirazioni delle generazioni più giovani. Sottolineando l’importanza di una maggiore partecipazione della società civile, ha sottolineato il Nuovo Modello di Sviluppo (NMD)avviato secondo la visione del re Mohammed VI, come un quadro strategico essenziale costruire una società più inclusiva con meccanismi più agili.

→Nella stessa ottica, il ministro ha invitato a rivedere la seconda lealtà legata alle modalità di cooperazione internazionale. Ha notato i limiti dei quadri ereditati da dopo la seconda guerra mondiale per affrontare le sfide attuali e ha accolto con favore il riavvicinamento strategico tra il Marocco e il Commonwealth come esempio concreto di un’alleanza intesa a rafforzare la resilienza reciproca in un mondo multipolare.

→Sekkouri ha invocato una revisione dei dogmi riguardanti le politiche economiche tradizionali. Questa terza lealtà è stata oggetto di una rottura in Marocco. Prendendo ad esempio le scelte strategiche del Marocco, in particolare nel campo delle energie rinnovabili con investimenti nell’idrogeno verde, ha illustrato come innovazione, sostenibilità e coesione sociale può essere combinato a garantire la pace sociale.

Detto questo, ha messo sul tavolo le numerose sfide che restano da affrontare. Ha inoltre sottolineato il ruolo cruciale di dialogo sociale e riforme strutturali per il successo di queste transizioni coraggiose.

In un mondo segnato da crescenti tensioni, soprattutto in Sahel e tra le grandi potenze, Sekkouri ha ricordato che ilha la sovranitàlungi dall’essere un ostacolo, può costituire una leva rafforzare la cooperazione internazionale et promuovere politiche inclusive. Queste riflessioni trovano un’eco particolare negli sforzi del Marocco per conciliare trasformazione economica e pace sociale, sotto la guida del re Mohammed VI.

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