Vecchio discorso graffiato. Hicham Jerando, abituato alle polemiche surriscaldate, si è ulteriormente distinto con una pubblicazione ampiamente smentita. Il 1 dicembre 2024 ha pubblicato sul suo sito, Tahadi.infoun articolo intitolato “Alterco con la spada in pubblico: dov’è la sicurezza?”. Questo articolo, accompagnato da un video che mostra una violenta lite tra diversi individui armati, mette sotto accusa le autorità marocchine “inerzia di fronte all’insicurezza”. Tuttavia, la deliberata assenza di dettagli sul luogo dell’incidente e lo sfruttamento di fatti già documentati sollevano interrogativi sulle reali intenzioni di questo agitatore, di fronte a una serie di cause legali.
Una questione già chiarita dalla DGSN
Contrariamente a quanto afferma Jerando, i fatti non hanno avuto luogo il 25 novembre 2024 a Benguérir. La Direzione Generale della Sicurezza Nazionale (DGSN) aveva già pubblicato il 26 novembre un comunicato stampa dettagliato, ampiamente rilanciato dalla stampa nazionale. Ha spiegato che i servizi di polizia di Marrakech, in coordinamento con quelli di Benguerir, hanno arrestato sei persone. Questi ultimi, tra cui tre donne e un minore, hanno avuto un litigio alla stazione degli autobus della città per rivendicare il diritto di regolamentare l’organizzazione dei passeggeri. La lite era degenerata in violenza fisica con armi bianche e bastoni.
Il comunicato precisa inoltre che questo intervento ha permesso di ristabilire l’ordine e consegnare le persone coinvolte alla giustizia.
Manipolazione e negazione della realtà
Le accuse mosse da Jerando non reggono all’analisi. Scegliendo di ripetere un evento già chiarito, modificandone consapevolmente la data per farlo coincidere con la presunta passività della polizia, Jerando si inserisce in una strategia di deliberata disinformazione. Questo processo mira chiaramente a offuscare l’immagine delle istituzioni marocchine e a scuotere la fiducia dell’opinione pubblica nei sistemi di sicurezza del paese.
Questo episodio non è un caso isolato. Jerando, attualmente in esilio in Canada per sfuggire alla giustizia marocchina, è sotto processo per diversi casi di frode. È noto anche per praticare diffamazione e ricatto, spesso diretti contro personaggi pubblici o personalità legate ad attività illecite. In alcuni casi avrebbe preteso ingenti somme di denaro per rimuovere contenuti compromettenti o per evitare di citare i protagonisti nelle sue pubblicazioni.
Una risposta istituzionale basata sulla trasparenza
Di fronte a queste azioni, le istituzioni marocchine riaffermano il loro impegno per una comunicazione chiara e proattiva. La DGSN, in particolare, è impegnata da diversi anni a rispondere tempestivamente alle preoccupazioni dei cittadini e a disinnescare le controversie con informazioni verificabili e precise. Questa strategia, combinata con gli sforzi in corso per rafforzare le politiche di sicurezza, dimostra il desiderio di preservare la serenità pubblica e bloccare la strada a coloro che cercano di sfruttare i difetti reali o presunti del sistema.
In reazione all’articolo di Jerando, diversi osservatori sottolineano che la proliferazione di piattaforme online dedicate alla disinformazione richiede una maggiore vigilanza da parte dei cittadini. Per loro, il caso Jerando illustra i pericoli di una deriva in cui la manipolazione dei fatti e lo sfruttamento di controversie obsolete diventano armi usate non solo contro le istituzioni, ma anche contro l’intelligenza collettiva di un popolo.
Questo episodio ci ricorda l’importanza di una comunicazione istituzionale informata, basata su fatti comprovati e rigorosi, lontana da farneticazioni sensazionalistiche che mirano solo a creare un clima di sfiducia e discordia. I loro autori non potranno sfuggire alla giustizia a lungo.
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