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l’attivismo conservatore non ha posto nelle nostre scuole, di Najat Vallaud-Belkacem – Libération

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TRIBUNA

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Mentre la proposta di programma educativo alla vita affettiva, relazionale e sessuale doveva essere ufficializzata, il ministro del Successo accademico, Alexandre Portier, lo smentisce. Un'offensiva né nuova né neutrale, condanna l'ex ministro dell'Istruzione nazionale.

“L’attivismo non ha posto nelle nostre scuole”. È quanto ha dichiarato mercoledì 27 novembre al Senato Alexandre Portier, ministro del Successo accademico, in reazione al progetto di programma di educazione alla vita affettiva, relazionale e sessuale che doveva essere adottato a breve. Dobbiamo chiederci: dov’è il vero attivismo in questo dibattito?

In un momento in cui un’offensiva conservatrice, per quanto minoritaria, sta orchestrando la disinformazione e sfruttando le paure dei genitori, e trova visibilmente una potente eco politica, è imperativo parlare collettivamente più forte.

L’educazione all’uguaglianza, in tutta la sua trasversalità anche attraverso la questione della sessualità, non è un’idea nuova. Dalla legge del 2001, l'insegnamento di questa materia è obbligatorio in tre sessioni annuali nel corso dell'intero ciclo scolastico. Tuttavia, come ci riferisce la Terza Camera della nostra Repubblica (1), ne beneficiano meno del 15% degli studenti e un quarto delle scuole

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