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Iga Swiatek, numero 2 del mondo di tennis femminile, sospesa per un mese per doping

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Si scopre che il polacco è risultato positivo alla trimetazidina (TMZ) durante un test fuori gara il 12 agosto. La giocatrice è stata informata il 12 settembre e ha fatto valere il suo diritto a far analizzare il campione B che ha confermato il primo risultato.

Sospeso provvisoriamente il 22 settembre, Iga Swiatek ha presentato ricorso e l’indagine condotta dall’International Integrity Agency (ITIA) ha ammesso che la contaminazione non era intenzionale e che nessuna colpa o negligenza era stata commessa dal giocatore. Si ritiene che la contaminazione sia dovuta all’assorbimento di un farmaco contenente melatonina, prodotto e venduto in Polonia, che il giocatore assumeva per problemi di jet lag e di sonno.

Iga Swiatek ha quindi accettato, mercoledì (27 novembre), la sospensione di un mese che le è stata proposta e scontata tra il 22 settembre e il 4 ottobre, ma le restano ancora 8 giorni da scontare.

Ha dovuto rinunciare anche ai premi vinti al Cincinnati Open, il torneo che ha fatto seguito al test positivo in cui ha perso in semifinale contro la bielorussa Aryna Sabalenka, diventata ancora una volta numero 1 del mondo.

Iga Swiatek ha giocato subito dopo gli US Open (dal 26 agosto all’8 settembre), il 4° sollevamento Slam della stagione, dove è stata eliminata ai quarti di finale.

Il polacco è tornato in gara per le WTA Finals, il Masters di fine stagione che riunisce gli otto migliori giocatori dell’anno a Riad, in Arabia Saudita, dal 2 al 9 novembre con eliminazione nella fase a gironi dopo tre partite.

Tra gli uomini, nelle prossime settimane è atteso il verdetto riguardante l’italiano Jannik Sinner.

Sinner, anche lui 23enne, numero 1 del mondo, è risultato positivo a due test antidoping nel marzo 2024, a otto giorni di distanza l’uno dall’altro, durante il tour nordamericano. Nelle sue urine è stato trovato Clostebol, un farmaco anabolizzante. Inizialmente autorizzato dall’ITIA, l’italiano dovrà comparire davanti al Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS), la WADA, l’agenzia mondiale antidoping, che ha presentato ricorso e chiede una sospensione da uno a due anni.

L’ITIA ha accettato a fine agosto la spiegazione dell’italiano secondo cui aveva subito una contaminazione accidentale a causa di uno spray utilizzato da un membro della sua squadra.

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