Mathilde Panot a Parigi, 9 luglio 2024. (AFP/BERTRAND GUAY)
Al microfono di France Info questo giovedì 28 novembre, la presidente del gruppo LFI all'Assemblea nazionale Mathilde Panot auspica “una nuova discussione sul bilancio all'inizio di gennaio che permetterà al nuovo governo di varare un nuovo bilancio” .
Mathilde Panot non ha una grande stima del governo di Michel Barnier. SU
Informazioni sulla Francia
lo ha stimato giovedì 28 novembre il presidente del gruppo LFI all'Assemblea nazionale
l’attuale primo ministro “non trascorrerà la fine dell’anno con il suo governo
che non ha base popolare.
E il budget?
“Non siamo negli Stati Uniti,
dove se non si dispone di budget entro una certa data, si ha una “chiusura”: i dipendenti pubblici non vengono più pagati, i musei chiudono, i servizi pubblici si fermano… La Francia non è affatto in questa situazione”, ha risposto. In caso di censura da parte del governo di Michel Barnier, “potrebbe esserci
una nuova discussione sul bilancio a gennaio”,
ha continuato.
“Possono spiegarci che sarà una catastrofe, il caos, una pioggia di locuste, un incidente nucleare, ma la realtà è che
abbiamo abbastanza per garantire la continuità dello Stato,
e soprattutto di avere una nuova discussione di bilancio all’inizio di gennaio che permetta al nuovo governo – spero, del Nuovo Fronte Popolare – di mettere in piedi
un nuovo bilancio”,
ha concluso Mathilde Panot.
Verso l'abrogazione della riforma delle pensioni?
Questo giovedì la sinistra, sostenuta dalla RN, proverà all'Assemblea nazionale
abrogare la tanto diffamata riforma pensionistica del 2023
. Una parentesi nell'attuale tempesta di bilancio: giovedì La France insoumise riserva ai suoi testi la sua giornata parlamentare annuale.
Il giorno prima si erano accordati sette deputati e sette senatori
un compromesso per il bilancio della previdenza sociale
che lunedì tornerà in emiciclo. Se in quel momento Michel Barnier deciderà di far scattare la 49.3 per l'adozione senza votazione, dovrà sottomettersi
una mozione di censura promessa dalla sinistra e sulla quale il Raggruppamento Nazionale minaccia di votare.
A meno che le “concessioni” annunciate giovedì dal ministro delle Finanze Antoine Armand non convincano l’estrema destra ad astenersi.
“Non accetteremo mai ricatti”, assicura il PS
Lunedì Michel Barnier
ha avvertito della “tempesta” che si scatenerebbe con la caduta del governo,
particolare nei mercati finanziari.
“La crisi finanziaria è già iniziata”,
ha risposto seccamente il deputato della RN Jean-Philippe Tanguy, citando lo “spread”, il divario tra i tassi sovrani a 10 anni francesi e quelli tedeschi considerati un rifugio sicuro in Europa, al livello più alto dal 2012.
Non riuscendo a convincere la Marina militare, ha sottolineato il governo
una “responsabilità inaudita” dei socialisti,
secondo la portavoce Maud Bregeon. “Non accetteremo mai un ricatto”, ha ribattuto il capo dei senatori del PS Patrick Kanner ricevuto a Matignon.
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