Il Paris SG si trova sull’orlo di un’eliminazione senza precedenti al primo turno di Champions League sotto la bandiera del Qatar, dopo la sconfitta martedì sera a Monaco (1-0) che ha confermato i limiti della rosa e messo sotto pressione l’allenatore Luis Enrique.
La marcia è stata annunciata in alto sul prato dell’Allianz Arena contro il Bayern Monaco, anch’esso in ricostruzione agli ordini di Vincent Kompany, ma con una rosa a cinque stelle.
Determinato a dare intensità ai duelli e al pressing, il gruppo parigino non si è mostrato ridicolo martedì sera. Tuttavia non è mai sembrato in grado di mettere veramente in dubbio la grande macchina tedesca e si è ritrovato 26° su 36 squadre, con quattro piccoli punti.
Perché nel passaggio dal centro all’attacco ogni volta c’era qualche tentennamento, come dall’inizio della stagione in C1. Le ali Bradley Barcola e Ousmane Dembélé, le armi principali del PSG nel campionato – scandalosamente dominato – sembrano molto logore nella prestigiosa competizione.
E l’allenatore Luis Enrique ha insistito e ha firmato, come aveva annunciato, un falso 9 in continua evoluzione da centravanti, interpretato a volte da Fabian Ruiz, a volte da Dembélé, a volte da… il laterale sinistro Nuno Mendes.
“Ci aspettiamo tutto perché sappiamo che dobbiamo poter giocare in più ruoli”, ha spiegato Gonçalo Ramos, appena rientrato dall’infortunio ed entrato a fine partita. Ha espresso implicitamente l’incertezza permanente e a doppio taglio creata dall’allenatore.
Mercato timoré
Quattro centrocampisti al calcio d’inizio, solo due attaccanti e pochi killer sotto porta: dopo le sconfitte contro Arsenal (2-0) e Atlético Madrid (2-1), e il pareggio contro PSV Eindhoven (1-1 ), Luis Enrique ha scommesso ancora, ha perso ancora. Le occasioni da rete erano poche, e alla fine è stato il centrocampista Joao Neves, una buona scelta in estate, ad essere il più pericoloso con diversi gol dalla distanza.
Assunzioni estive, appunto: il tarlo forse è nei frutti già da inizio stagione. Infuriata per la partenza di Kylian Mbappé, la dirigenza del club ha poi deciso e ha annunciato che avrebbe ampiamente compensato questa partenza con gli arrivi.
Las! Guidato da Luis Campos ma supervisionato da Luis Enrique, il mercato è stato timido, senza alcun attaccante ingaggiato, a parte il giovane e inesperto Désiré Doué, che guarda più al centrocampo. Risultato, solo tre gol segnati in cinque partite di Champions League, una miseria.
Anche l’esordiente Matvey Safonov, da portiere, ha deluso martedì sera: il suo errore in uscita su calcio d’angolo, che ha portato all’unico gol della partita, ricordava stranamente le peregrinazioni di Gianluigi Donnarumma. Durante il riscaldamento sembrava sbalordito dalla sua retrocessione in panchina. In questo ruolo, Luis Enrique garantisce, oltre ad altri problemi, qualche grattacapo per il futuro.
Vittoria fondamentale a Salisburgo
L’allenatore così sicuro dei suoi principi, e al quale il club ha dato tutto, si trova sotto pressione, anche se il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha recentemente assicurato che avrà fiducia in lui a lungo termine e che non si sarebbe messo in pericolo nemmeno in caso di infortunio. caso di eliminazione dalla fase di campionato di C1.
“Essere l’allenatore del PSG è un privilegio, la pressione che mi impongo è maggiore di qualsiasi pressione esterna”, ha detto Luis Enrique martedì sera. “Non sono qui per passare il tempo, il mio obiettivo è vincere più titoli possibili, adesso, non in futuro”, ha aggiunto.
“Questa non è la fine della nostra Champions League”, ha assicurato Gonçalo Ramos, il cui ritorno dovrebbe far bene all’avanguardia parigina.
In effetti, il Parigi ha la possibilità di aumentare il suo totale di quattro punti nelle ultime tre partite. Tra due settimane a Salisburgo la vittoria è fondamentale, ma ampiamente realizzabile. L’accoglienza di gennaio di un Manchester City attualmente in difficoltà offre forse un’opportunità. Ma il Paris dovrebbe giocarsi la qualificazione – per gli spareggi – a Stoccarda nell’ultima partita. Un incontro che già si preannuncia estremamente teso.
Joao Neves lo ha assicurato: “La cosa più importante è giocare il nostro calcio, è il modo migliore per qualificarci, rimarremo la stessa squadra dall’inizio alla fine”. E questa fine minaccia di arrivare già a gennaio.
Related News :