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“Non avrei paura di vedere il suo scheletro”: 34 anni dopo la scomparsa di Nathalie Geijsbregts, il padre parla al rapitore della figlia

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Scomparsa di Nathalie Geijsbregts nel 1991: vasta operazione di ricerca in corso nel Brabante Fiammingo

“Il mio combattente”

Suo padre, un soldato di carriera di stanza a Delbrück, in Germania, Nathalie è nata all’ospedale militare di Colonia, molto prematura. “30 cm, 700 g”. Con un’incredibile voglia di vivere. Eric la chiama “la mia combattente”, la descrive “divertente, giocosa, avventurosa” e ricorda le risate, i pattini a rotelle, la sua bicicletta e le piccole birichinate dei ragazzi della sua età.

Problemi alla nascita, Nathalie subisce dei postumi che la giustificano a frequentare una formazione specializzata, in questo caso a Lovenjoel.

Da quando suo padre è stato trasferito alla caserma Panquin di Tervuren, vivevano a Leefdaal, a 15 km da Bruxelles.

La fermata dell’autobus è Foksweg, a 200 m da casa loro. Una mattina qualunque. Sono “tra le 7:15 e le 7:30” quando la coppia la accompagna in macchina. Nathalie, con la sua cartella, indossò un cappotto invernale viola. Ha gli occhi azzurri, i capelli biondi lunghi fino alle spalle. Non arriverà mai a scuola. Non è nemmeno salita sul suo autobus.

Trentaquattro anni dopo, il padre di Nathalie Geijsbregts, in una testimonianza agghiacciante, parlò direttamente al rapitore di sua figlia. ©DR

L’uomo con la Toyota grigia

L’indagine ha potuto contare su diverse testimonianze convergenti. La migliore, quella di Suzanne che conosceva Nathalie, ha dovuto accompagnare anche suo figlio alla fermata. Vide Nathalie seduta su un vecchio modello di Toyota Corolla grigia (primi anni ’80) che sembrava essere in panne, con un uomo appoggiato sul cofano aperto. Calvo, cinquant’anni.

Nathalie fece un gesto che Suzanne interpretò come un saluto trovandolo strano. Cosa ci faceva Nathalie in questa macchina? Dopo aver lasciato suo figlio ed essere tornata sul posto, la Toyota “in panne” era scomparsa.

Al giorno d’oggi Suzanne avrebbe chiamato immediatamente. Quando non c’era il GSM, erano passate le 8 del mattino quando fu dato l’allarme.

La scia dei mostri

Guidati dal giudice Decoux, gli investigatori, che non disponevano delle risorse informatiche odierne, avevano più di 10.000 Corolle Toyota da controllare. Potresti anche cercare un ago in un pagliaio. Soprattutto perché vedevamo Nathalie ovunque.

Dopo un anno, i gendarmi avevano ricevuto 920 denunce e più di 120 autori di reati sessuali erano stati interrogati, senza alcun risultato.

Così, gli investigatori in cerca di predatori sessuali hanno, col tempo, pensato a Fourniret – che aveva rapito Elisabeth Brichet due anni prima a Namur; all’assassino mai identificato di Katrien De Cuyper (15 anni e, come Nathalie, rapita nel 1991); a Van Geloven assassino in Francia delle cugine Muriel Sanchez e Ingrid Van De Portael che avevano 10 anni. E ovviamente al caso Dutroux (detenuto il 26 febbraio 91) e a Michel Nihoul, di cui Eric Geijsbregts nota che l’età e la descrizione corrispondono abbastanza bene all’uomo descritto da Suzanne, oltre al fatto che Nihoul “Aveva ‘una Toyota grigia’.

Coincidenza troppo curiosa

Ma per Eric Geijsbregts, la pista migliore resta ancora oggi quella di Michel Stokx, questo camionista internazionale belga residente nei Paesi Bassi per il quale è stato dimostrato che, manomettendo il tachigrafo del suo camion, si era creato un alibi per il giorno dell’omicidio. la scomparsa il 26 febbraio 1991.

Recentemente un investigatore ha espresso la sensazione che Stokx potrebbe essere coinvolto in “almeno 65 sparizioni” di bambini in Europa occidentale, di cui almeno tre incontestabili.

Interrogato su quello di Nathalie, Stokx, che non ha mai detto di non averlo fatto, ha risposto agli investigatori che spettava a loro dimostrare che era stato lui.

Nel suo libro, Eric dice di essere perseguitato da questa risposta. Cosa voleva dire? Non lo sapremo mai. Stokx morì in modo strano, in prigione, a Scheveningen, nel 2001, portando con sé i suoi segreti.

E se, contro ogni aspettativa, le indagini rimbalzassero? “Se venisse scoperto qualcosa, non avrei paura di vedere lo scheletro di Nathalie.”

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