Si concretizzerà la speranza di una tregua in Libano? Stati Uniti e Francia ritengono che sia vicino un accordo che potrebbe porre fine alla guerra israeliana in Libano e agli attacchi missilistici di Hezbollah contro lo Stato ebraico.
Secondo un deputato vicino a Nabih Berri, presidente del Parlamento e capo negoziatore della parte libanese, i messaggi sono stati inviati a Beirut e l’annuncio dell’accordo è imminente. Si baserebbe sull’applicazione della risoluzione 1701, vale a dire il testo delle Nazioni Unite che ha posto fine alla guerra del 2006 tra Hezbollah e l’esercito israeliano.
Questo accordo ha consentito lo status quo alla frontiera per 18 anni, nonostante le violazioni. Ed è proprio questo ritorno al testo dell’ONU che il Libano ha difeso nei negoziati, rifiutando la “libertà d’azione”, vale a dire la possibilità di effettuare attacchi una tantum, che Israele chiede se ritiene che Hezbollah non rispetti i termini.
Per Elias Bou Saab, numero due del Parlamento, la tregua durerebbe sessanta giorni e il comitato di controllo incaricato di farla rispettare, presieduto da Washington, includerebbe la Francia, mentre Israele è ostile alla partecipazione di Parigi. Il funzionario è ottimista, anche se teme un dietrofront da parte del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
I media libanesi mostrano un cauto ottimismo. Il quotidiano francofono L’Orient le Jour, schierato contro Hezbollah, titola che “il diavolo è nei dettagli” e ritiene che il destino dei villaggi del Sud, in gran parte distrutti, e il ritorno della popolazione, non è ancora risolto.
Il quotidiano pro-Hezbollah Al-Ahbar, che finora accusava gli Stati Uniti di fare il caldo e il freddo con le fughe di notizie sull’accordo, è per la prima volta più positivo: parla di fasi finali decisive. Quanto ai libanesi, aspettano di vedere per credere, dopo aver vissuto due mesi di guerra.
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