A quasi quattro anni dall’assalto del 6 gennaio 2021 sferrato dai suoi sostenitori contro il Campidoglio, Donald Trump sfugge senza dubbio definitivamente alle sue responsabilità penali. Il presidente eletto ha registrato, lunedì 25 novembre, una vittoria decisiva nel suo braccio di ferro con il sistema giudiziario del suo paese, che lo aveva sottoposto a un'ondata di incriminazioni nel 2023 in quattro casi diversi.
Nel prendere atto del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, il procuratore speciale Jack Smith ha chiesto il ritiro delle accuse contro di lui nelle due indagini federali di cui è responsabile – quella sul 6 gennaio e quella sulla detenzione illegale e l'occultamento di centinaia di persone. documenti riservati dell'ex presidente nella sua residenza in Florida a Mar-a-Lago.
Nella sua lettera al giudice Tanya Chutkan – che ha successivamente convalidato la sua richiesta – Jack Smith ha sottolineato il “circostanze senza precedenti” : o un cittadino comune incriminato in un’indagine federale ben avanzata, che viene poi eletto presidente. Il procuratore speciale, vincolato dall’immunità presidenziale, insiste sul fatto che il ritiro delle accuse non mina in alcun modo la credibilità delle indagini, “la gravità dei crimini” al centro delle accuse. Teoricamente, alla fine del mandato di Donald Trump nel 2028, la procura potrebbe essere riattivata. Ma ciò sembra improbabile, soprattutto perché la questione della prescrizione darebbe luogo a una nuova battaglia davanti ai tribunali.
Pregiudizio
Nell'agosto 2023, un gran giurì ha ritenuto che le accuse fossero sufficienti a giustificare l'incriminazione di Donald Trump, a causa del suo ruolo nel tentativo di interrompere il trasferimento pacifico del potere. Sconfitto da Joe Biden nelle elezioni del novembre 2020, Donald Trump ha organizzato una campagna di menzogne su frodi immaginarie, quindi ha esercitato pressioni sugli alti funzionari del Dipartimento di Giustizia e in diversi stati contesi (Georgia, Arizona, ecc.). Aveva infine, con i consiglieri, tentato di promuovere liste alternative di elettori, tentando invano di convincere il vicepresidente Mike Pence a bloccare la certificazione dei risultati al Congresso. Gli appelli a mobilitare i suoi sostenitori il 6 gennaio 2021, che hanno finito per attaccare la polizia attorno al Campidoglio e forzare l'ingresso nell'edificio, sono stati la fase finale di questa cospirazione.
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Di tutti, il dossier di documenti riservati, che Donald Trump aveva preso in massa quando lasciò la Casa Bianca, era senza dubbio il più documentato, il più incontestabile, il più solido in termini di prove e di diritto. La perquisizione della polizia federale (FBI) a Mar-a-Lago nell'agosto 2022, le immagini della videosorveglianza, le comunicazioni tra i protagonisti: tutto indicava la volontà di rimuovere i documenti riservati, conservati in violazione delle norme di sicurezza obbligatorie.
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