L’Associazione Democratica delle Donne (ADFM) ha colto l’occasione della giornata dedicata alla lotta alla violenza contro le donne, per ricordare le carenze registrate dal Marocco, sottolineando i ritardi nell’esecuzione di alcune decisioni e la necessità “andare oltre” garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti delle donne.
“Per quanto riguarda il nostro quadro giuridico, le riforme sono state annunciate ma non sono state attuate da più di 10 anni”, ha denunciato l’ADFM in un documento pervenuto a Espresso FR. L’associazione segnala il caso del Codice Penale, “che perpetua la persistenza della violenza e della discriminazione e il loro impatto negativo su donne e ragazze”, e aggiunge anche il progetto di revisione del Codice della famiglia, che resta “bloccato negli ingranaggi delle procedure legislative”.
La 16a Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è un’opportunità per diverse associazioni per i diritti delle donne di impegnarsi per superare le sfide poste dalla società.
Quest’anno lo slogan scelto è: “Tolleranza zero per la violenza, uniamoci per porre fine alla violenza contro donne e ragazze” e, secondo l’ADFM, “egli lancia l’allarme sulla base delle statistiche pubblicate dalle Nazioni Unite”.
Coincide anche con il 30° anniversario della Quarta Conferenza mondiale sulle donne, l’adozione della Piattaforma d’azione di Pechino e il decennio di attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG).
La combinazione di queste tre date è un segnale forte poiché mette in discussione la capacità degli Stati e dei governi di garantire la sicurezza delle donne e di sviluppare politiche pubbliche volte a eliminare la violenza.
In Marocco, l’ADFM redige un rapporto e valuta il grado di eliminazione della violenza. Al di fuori del quadro giuridico, l’associazione si è rammaricata “l’assenza di un approccio globale basato sui risultati” nelle politiche pubbliche nonostante un certo numero di strategie messe in atto.
“Queste politiche non sono state in grado di dimostrare l’efficacia e l’efficienza richieste”, indica il documento, evidenziando come prova la mancata integrazione dei diritti delle donne e del principio di uguaglianza di genere nelle leggi finanziarie.
“È il caso in particolare della legge finanziaria 2025, che annuncia l’accelerazione qualitativa del consolidamento dei progetti di riforma in diversi ambiti e il rafforzamento della loro governance, senza fare riferimento all’integrazione trasversale del principio di equità e di parità di genere. Tuttavia, il monitoraggio è possibile solo attraverso l’identificazione delle varie lacune nella raccolta e nell’elaborazione dei dati sull’accesso delle donne ai servizi e nel riconoscimento del loro contributo non monetario all’economia e alla società”, crede l’associazione.
Sul piano dei meccanismi, l’ADFM sottolinea che l’Autorità per la parità e la lotta contro ogni forma di discriminazione, organo costituzionale, “non è ancora stato istituito, anche se la sua missione principale è garantire la promozione e la tutela dei diritti delle donne”.
L’associazione ha colto l’occasione per chiedere un’armonizzazione della legislazione e delle politiche pubbliche marocchine con gli impegni nazionali e internazionali del Marocco in questo settore e per sottoscrivere realmente gli Obiettivi di sviluppo 2030.
L’ADFM propone quindi 6 leve da attivare per garantire l’effettività dei diritti delle donne e la loro tutela contro la violenza e la discriminazione. Si tratta della revisione della legge 103-13 in conformità con gli standard delle Nazioni Unite per combattere la violenza di genere, l’accelerazione della modifica delle leggi discriminatorie in generale, in particolare del Codice della famiglia, del Codice penale e del Codice di procedura penale.
L’associazione persegue l’attivazione di politiche pubbliche, strategie e programmi specifici per l’eliminazione della violenza contro le donne, destinando loro importanti risorse umane e finanziarie. Ciò con l’obiettivo di consentire loro di rispondere in modo completo ed efficace alla prevenzione della violenza, alla protezione e alla cura dei sopravvissuti e alla penalizzazione degli aggressori. Implica anche l’istituzione di meccanismi per il monitoraggio e la valutazione dei risultati a livello nazionale e locale.
La stessa organizzazione desidera che le leggi, la legislazione e le politiche pubbliche siano accompagnate dalla promozione e dall’affermazione della cultura dell’uguaglianza e dall’eliminazione di stereotipi e pregiudizi attraverso i media e l’istruzione.
Chiede un impegno per l’indipendenza economica delle donne attraverso l’occupazione e la partecipazione all’attività economica e chiede infine la modifica della legge che istituisce l’Autorità per la parità e la lotta contro ogni forma di discriminazione al fine di prevedere poteri di tutela, prevenzione e promozione, nonché monitoraggio e valutazione dell’attuazione di tutta la legislazione e delle politiche pubbliche, in conformità con i requisiti costituzionali e i principi di Parigi.
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